Cultura e Spettacoli

Vietato ‘molestare’ i trulli

Martedì scorso un uomo con l’uso di un frangipietre ha distrutto un trullo (probabilmente pericolante) di sua proprietà sito in località Piano Mangeri nel coratino e ora rischia addirittura la reclusione. I trulli si sa, sono intoccabili. Non sono invece intoccabili i muri a secco e i fabbricati rustici, dei quali nelle nostre campagne si continua impunemente a fare scempio. Malgrado queste espressioni della civiltà contadina abbiano uguale dignità che i trulli, nessuno muove un dito se antichi divisori realizzati incastrando pietre senza uso di malta vengono demoliti dai bulldozer oppure smontati con premura affinché le singole pietre, intatte, si prestino ad un lucroso commercio (i ‘chianconi’ più belli sono richiestissimi per decorare prati e angoli verdi). Allo stesso modo nessuno si scompone quando una vecchia stalla o un deposito degli attrezzi vengono snaturati in garage o inglobati dentro costruzioni di nuovo conio. La stessa indifferenza avvolge ‘l’espianto’ di chianche da aie o piazzali destinati ad altre attività agricole (e le chianche hanno assai più mercato dei chianconi). E se qualcuno porta via l’imboccatura di una cisterna centenaria non viene incriminato nemmeno per il pericolo a cui ha dato vita aprendo una pericolosa voragine. E i meravigliosi tratturi asfaltati arbitrariamente? Le competenti autorità comunali ne prendono semplicemente atto, quando ne prendono atto, al più riservandosi di elevare la categoria catastale degli immobili interessati da quell’incremento di valore. Ancora pene irrisorie, poi, per gli sciagurati che all’alba ai bordi delle campagne in abbandono scaricano da tre ruote e camioncini quintali di macerie o rifiuti. Ma guai a chi ‘molesta’ i trulli. Qualunque intervento, che sia volto a contenere il degrado o a prevenire un crollo, deve avvenire nel rispetto di precise regole dettate dai piani di tutela paesaggistica e architettonica. Regole la cui applicazione è però estremamente onerosa (si può al massimo avere diritto a remoti e risibili rimborsi o a detrazioni fiscali). Ciò spinge i proprietari ad agire all’insaputa dell’Autorità competente oppure ad accantonare qualunque progetto. In quest’ultimo caso, abbandonata a sé stessa, la costruzione deperisce e viene giù da sola. Solo allora è lecito, per chi lo voglia, rimuovere le macerie e ricostruire il trullo ex novo (costa meno e viene anche meglio, se le maestranze sono buone). Se l’avventato proprietario di cui sopra invece di agire platealmente avesse atteso che le leggi della statica facessero il loro corso, ora non avrebbe guai con la Giustizia. Di contro, ci sono quelli che ‘ad arte’, ovvero agendo senza dare nell’occhio, trovano come accelerare il processo di crollo….

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 22 Maggio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio