Cultura e Spettacoli

Vincenzo De Stefano, pennello e libertà

Ricorre oggi il 164° anniversario della nascita di un valente pittore di Barletta, le cui opere più significative sono esposte nel Museo Civico della sua città

Non poche cose hanno avuto in comune Giuseppe De Nittis e Vincenzo De Stefano (1861-1942) : entrambi pittori, nacquero a Barletta nello stesso secolo a quindici anni di distanza l’uno dall’altro, ebbero lo stesso maestro (Giovanni Battista Calò) e si formarono a Napoli. Allo loro morte le rispettive vedove, Léontine Lucile Gruvelle e Gabriella Trotta, fecero dono al Comune di Barletta della parte migliore del patrimonio pittorico dei loro mariti. Differirono però in fortuna : De Nittis gode ancora oggi di fama universale, ma visse appena quarantadue anni, mentre De Stefano superò gli ottanta ed ebbe notorietà circoscritta. In questi ultimi tempi, tuttavia, si sta cercando di rivalutare quest’ultima figura, che per tutta la vita vide la propria opera pittorica oscurata dall’inevitabile confronto con De Nittis, per quanto i due artisti appartenessero a distinte scuole di pensiero. Se infatti De Nittis fu vicino alla corrente artistica del verismo e dell’impressionismo, De Stefano non volle aderire a nessun indirizzo, per cui per tutta la carriera si mantenne libero di spaziare fra generi diversi : la ritrattistica, il paesaggio, il nudo e la natura morta. La collezione De Stefano ora in possesso del Comune di Barletta assomma a sessantaquattro quadri e quarantatré disegni. Ad accomunare le opere sono la pennellata rapida e sicura, nonché l’estrema attenzione posta al reale e al ruolo della luce (nell’immagine si può apprezzare ‘Ritratto di uomo’, cm. 61,5 x 51, 5 ; tecnica adoperata : gessetti su carta). La consistente produzione è anche documento significativo della vivacità dell’ambiente pittorico pugliese che nel periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo si manifestò assai ricettivo nei confronti delle correnti culturali egemoni in ambito nazionale e internazionale. Dopo l’apprendistato presso il maestro Calò, De Stefano si iscrisse all’Accademia di Napoli e nel 1882 espose alla Promotrice Salvator Rosa il quadro ‘Una pagina dolorosa’. In seguito frequentò la Scuola del Nudo a Roma e fu assiduo alle mostre della Società Amatori e Cultori, dove presentò ‘Napoli da Posillipo (1885), ‘Una nota simpatica’ (1887), ‘In chiesa’ (1888), ‘Ritratto (1889). Rientrato a Barletta insegnò disegno presso le Scuole Tecniche di Andria e di Trani. A Milano nel 1894 espose ‘Effetto di sole’ e ‘Interno di Santa Maria del Popolo-Roma’. Prese anche parte a collettive pugliesi : Bari 1900, Barletta 1922, Lecce 1928). L’ultima sua retrospettiva si è tenuta al Castello di Barletta fra settembre 2017 e gennaio 2018. La sua città gli ha dedicato una via nei pressi di Villa Bonelli. Infine una curiosità : qualche volta il pittore pugliese viene confuso col quasi omologo e coevo Vincenzo De Stefani, pittore veronese vissuto tra il 1859 e il 1937.

Italo Interesse


Pubblicato il 12 Marzo 2025

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