Cultura e Spettacoli

Violetta, febbre fatale

Nel 1848 Alexandre Dumas figlio scrive ‘La signora delle Camelie’, da cui pochi anni dopo  Francesco Maria Piave cava il soggetto della Traviata. Molto dopo arriva Alfredo Vasco che affranca quel libretto dallo spartito verdiano per rendere al doloroso caso di Violetta e Alfredo la primigenia energia da romanzo d’appendice. Che sfida. Il teatrante pugliese si rimbocca le maniche e cerca di fare le cose in grande : 12-attori-12 e il Castello come location. Peccato che l’atrio del maniero federiciano si presti fino a un certo punto ad ospitare la prosa. Sicché l’assenza di un sipario e la necessità dei soliti dannosi microfoni hanno remato contro gli sforzi di Vasco e compagni. I numerosi cambi di scena che obbligavano gli attori a improvvisarsi tecnici hanno un po’ spezzato la magia. E i capricci delle ‘pulci’, quel loro snaturare le voci? Ciò ha costretto il buon cast agli straordinari. Intorno a un’assai convincente Violetta (Antonella Carone) si sviluppa un’azione a tratti acerba, tuttavia di buon conio. Soprattutto varia. Si danza sullo sfondo, dove le scalinate si congiungono, Violetta e Alfredo passeggiano teneramente lungo il corridoio della platea, conversazioni intime hanno luogo su praticabili posti in proscenio… (ma quale ingombro il gran tavolo dei brindisi). Apprezzabile il lavoro che Vasco fa sul testo. Lavoro che non si è limitato ad un meccanico voltare in italiano corrente un’improponibile parola ‘operistica’. Il  teatrante barese taglia qua e là, ricuce, inventa qualcosa con prudenza, alleggerisce il testo della buccia da feuilleton e lo rende moderatamente moderno ; il che non gli impedisce di sfruttare con astuzia l’originale parola di Piave con cui fingere improvvisati giochi di rime di un’allegra brigata. La musica del Maestro (di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita) pur piegandosi ad un ruolo subalterno non appare svilita. Il che consente agli interpreti di lavorare meglio intorno al carattere dei personaggi. Perciò piuttosto bene si è portato anche Antonio Cazzorla nel ruolo più insidioso, quello di Alfredo, personaggio di primo piano sì, eppure tendenzialmente sovrastato dal peso della figura di Violetta. E consensi anche per lo stesso Vasco che domenica sera con buon fisic du role ha ricoperto il ruolo di George Germont (il padre di Alfredo) in sostituzione dell’infortunato Guglielmo Rossini. Meritati applausi al termine per Stella Addario, Barbara Grilli, Loris Leoci, Luana Loiacono, Caterina Paparella, Vito Pasqualicchio, Domenico Piscopo, Cristina Siciliano, Bruno Verdegiglio. Costumi : Annamaria Deflorio. Coreografie : Mimmo Iannone.

Italo Interesse


Pubblicato il 24 Luglio 2013

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