Cronaca

Vita e aria nuova all’ex Manifattura? Macchè, solo trucco e tarocco…

Promette addirittura ‘nuova vita’, il sindaco di Bari all’ex Manifattura dei Tabacchi, una vita nuova che sarebbe incominciata sabato scorso con una ‘Festa al Mercato’, con luci e ribalta alla Manifattura, manco fosse i Teatro della Scala a Milano. Per Antonio Decaro, insomma, ecco “La città che ci piace”, sulla falsariga delle promesse alla grande dell’amico e mentore Matteo Renzi. E figurarsi se Luigi Cipriani, dirigente del Movimento Politico “Riprendiamoci il Futuro” – tra gli ultimi oppositori non filogovernativi a Bari – non sentisse odore di aria fritta, anzi meglio, puzza di bruciato dietro alle roboanti promesse di sindaco e codazzo più o meno interessato. Ordunque, secondo il Sindaco Decaro e l’Assessore al Commercio, Carla Palone, la manifestazione tenutasi sabato 11 giugno all’interno della ex Manifattura sarebbe stata un grande successo. “Molti – ha scritto infatti Decaro su Facebook – ci hanno detto che questo luogo bellissimo non sembra Bari…invece è proprio Bari”. Cipriani, invece, ironizza, ma non troppo: <>. Insomma, Gino Cipriani non ha dubbi, essendo stato lui di persona da quelle parti, sabato sera, dove c’era una grande ‘kermesse’. <>, la conclusione del battagliero politico barese. Eppure questa prima (e probabilmente ultima…) “Festa al mercato”, nell’ambito del progetto D-Bari per lo sviluppo dei distretti urbani del commercio, dovrebbe proporre spazi di socialità, piccole degustazioni di prodotti tipici, buona musica e la possibilità di scambiare idee e prassi per la proposta di distretto urbano del commercio riguardante l’edificio storico e il suo mercato. “Riattivare gli spazi della manifattura dei Tabacchi – aveva spiegato Decaro – significa riattivare l’intero quartiere Libertà con un contenitore dinamico dove socializzare, ascoltare musica e dove le attività mercatali tradizionali, che di giorno vendono frutta, possono sviluppare un’offerta alternativa anche di sera. Abbiamo fatto tanti esempi in questi mesi: gli operatori, che di giorno vendono il pesce, di sera possono preparare del sushi alla barese, le salumerie e le enoteche organizzare aperitivi e provare a creare una dimensione diversa anche per costruire un’offerta valida per tutte le persone e i professionisti che nei prossimi due anni popoleranno questo edificio meraviglioso che non ha nulla da invidiare ad altri luoghi simili in giro per l’Italia e l’Europa>>. Ma non è finita. Tra qualche giorno dovrebbe partire “Mani futura”, il progetto di riqualificazione dell’intera area che ospiterà il Cnr, con 721 tra i migliori ricercatori della terra di Bari che effettueranno qui i loro studi, il secondo progetto di Porta Futuro. Tutto addirittura sul modello realizzato a Barcellona, Parigi e Roma e che dovrebbe aprirsi anche alle giovani imprese attraverso un incubatore strategico. Per le parti restanti dell’edificio, invece, verrà chiuso a beneficio di chi vincerà la gara per “Mani futura”. “Dobbiamo rioccupare vuoti urbani riempiendoli di contenuti, idee e progetti – ha spiegato anche il responsabile della cooperativa “Comodo”, collaboratore dell’amministrazione comunale per il progetto dei DUC, ripartendo dalle economie locali perché Bari ha attraversato una crisi non diversa da quella delle altre città italiane. In questo luogo stiamo dimostrando come le persone hanno invece voglia di vivere gli spazi, di imparare cose nuove, di trasformare queste conoscenze in un lavoro che possa diventare una fonte di guadagno e di produzione e, soprattutto, che gli permetta di vivere con dignità”. La “ricetta vincente” per far sì che le città vengano ri-occupate, come promettono ente e cooperativa associata, o solito inganno per gonzi, come ribattono critici e oppositori? Vedremo, col tempo…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 14 Giugno 2016

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