Cultura e Spettacoli

“Vita” e “vie” mediterranee per Bari “marinara” ed “espansionista”

 Protesa verso il futuro, come suggerisce l’immagine futurista di presentazione della 82^ edizione, e forte di una storia cominciata nel 1930, la “Nuova Fiera del Levante” di Bari  si prepara ad aprire i battenti della Campionaria Generale Internazionale di settembre che quest’anno sarà inaugurata dal Premier pugliese Giuseppe Conte. Ma per comprendere l’importanza culturale e commerciale di questo evento, ormai entrato a far parte della storia economica e sociale della nostra città, occorre fare un passo indietro e curiosare tra i documenti dell’ottava edizione (1938) dedicata all’Espansione Commerciale Italiana. “Bari sarà per i mercati dell’Est quel che Milano è per il Nord”. Partendo da questa intuizione dell’allora podestà di Bari -Araldo Di Crollalanza-, e sullo schema simmetrico della Fiera di Milano del 1920, si progettò nel 1929 il quartiere fieristico barese e nel settembre 1930 s’inaugurò la prima Fiera del Levante- Campionaria Internazionale. Sorta per rinnovare la gloriosa tradizione mercantile delle antiche Repubbliche marinare italiane col vicino e col lontano Oriente, la Fiera di Bari, negli anni, ha ampliato senza sosta l’orizzonte della propria missione. <<Bari marinara ed espansionista>> così riportava la rassegna d’espansione commerciale italiana del 1938: marinara non soltanto perché nata sul mare, e nata, secondo gli storici, più di cinque secoli prima di Roma, ma perché ha sentito fin dalla sua origine la poesia e la passione del mare, passione che è rischio ed ardimento, ma è soprattutto anelito di nuove conoscenze, di nuovi spazi, di audaci imprese>>. Fu proprio questo il tema trasversale dell’ottava edizione della Campionaria: in soli otto anni dalla sua fondazione, grazie al lavoro proficuo e costante dell’Ente Fiera e della Camera di Commercio Italo-Orientale, la rassegna pugliese entrò nel novero dei più importanti mercati mondiali con un ritorno d’immagine per Bari senza eguali. Secondo i dati dell’epoca riportati sulla Rassegna d’Espansione Italiana, i partecipanti all’ottava edizione furono 4.309 di cui 3.123 italiani e 1.186 stranieri provenienti da 36 Paesi: Albania, Argentina, Austria, Belgio, Bulgaria, Brasile, Canada, Cecoslovacchia, Ceylon, Cile, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Inghilterra, Jugoslavia, Lettonia,  Libano, Lussemburgo, Marocco, Norvegia, Olanda, Palestina, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Siria, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Turchia, Uruguay. I visitatori ammontarono a 1 milione 190 mila, cifra che consentì di collaudare severamente servizi pubblici, servizi logistici e attrezzature alberghiere rispondendo alle esigenze del pubblico e dei cittadini. Tra i padiglioni più visitati vi erano quello del tappeto orientale e dei prodotti giapponesi, quello dell’elettrotecnica, il salone dell’auto, dell’edilizia e tessili, della mostra forestale, della stampa tecnica e missioni, del villaggio agricolo, della fauna esotica, della gastronomia e industria dolciaria, dell’artigianato. In un articolo firmato da Wanda Bruschi Gorjux si ritrova il singolare, quanto fondamentale, significato di ciò che la Campionaria rappresentava a livello internazionale: <<La Fiera del Levante ormai esprime, nel suo ben rispondente nome, la necessità di lavoro, inteso nel più largo senso industriale, agricolo, intellettuale, del Bacino mediterraneo, orientale per immediatezza, mondiale per i rapporti e le necessità mediate. Il lavoro è espresso nelle possibilità e nelle potenzialità commerciali; la vastità di un commercio essendo la miglior prova di una produzione ricca e opportuna e, in molti casi, una forte garanzia di pace e concordia tra i popoli. La Fiera del Levante non è espressione limitata a un dato settore economico ma vuol essere fattore di una civiltà comprensiva dell’Europa intera e degli Stati e dei popoli che nella nostra civiltà vivono, dalla nostra storia hanno avuto vita fisica e pensiero: fisionomia e carattere. Ogni Stato partecipante vede nella Fiera un punto di riferimento, quando Stati come la Norvegia e l’Olanda, distanti e diversi dai mediterranei, partecipano alla manifestazione, è intuitivo che queste nazioni vedono nella Fiera un  punto di approdo, meglio un punto di rilancio per le loro correnti produttive. Così è. La via di questo Mediterraneo che è la nostra vita deve essere aperta a tutti i popoli desiderosi di collaborazione. L’Italia su questa strada offre i suoi porti attrezzatissimi, le sue splendide marine e offre soprattutto il lavoro e la comprensione di un popolo e di una città che fa della Fiera del Levante un elemento di vita mediterranea, punto d’approdo delle vie mediterranee>>. Per l’edizione 2018, che si terrà da sabato 8 a domenica 16 settembre – si legge sul sito della Fiera – la campionaria aderisce all’anno nazionale del cibo italiano attraverso una serie di eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica locale. Tantissimi gli eventi in programma: dalla musica alla danza popolare, dall’animazione per i più piccoli agli show cooking, agli artisti di strada. Ogni evento che sarà proposto per nove giorni di Campionaria avrà la cura dei minimi dettagli e l’attenzione di un target dedicato.

Maria Giovanna Depalma

 


Pubblicato il 7 Settembre 2018

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