Cultura e Spettacoli

Vito… la storia è lunga

La storia è lunga. Era il 1965 quando un giovane Vito Signorile studiava arte scenica sotto la guida Eugenio D’Attoma in quel del Piccolo Teatro, non disegnando di fare anche il tecnico. Quattro anni dopo, rubato il mestiere, Signorile dava vita al Gruppo Abeliano, inizialmente appoggiato presso i Campi Elisi, un seminterrato di Piazza Garibaldi. Nel 1971 il gruppo si insediava in un locale di viale Giovanni XXIII. L’esperienza durava sei anni, il tempo necessario a Vito per convincersi che non era più tempo di posti disgraziati. Ma dove scovare un teatro? L’unica era adattare a teatro qualcosa che potesse somigliargli. Erano i tempi in cui a Bari frantoi, discese di garage, opifici e altri posti improbabili rispondevano più che bene alla fame di teatro che il capoluogo manifestava. Signorile individuò un capannone in via della Costituente e così nacque il Teatro Abeliano.  Che prosperò sino al terzo millennio. Poi, fra bugie, dispetti e polemiche roventi, maturò il tempo di sloggiare e il Nuovo  Abeliano, questa volta nelle forme di un teatro vero, si rimaterializzò nel 2012 in via Padre Kolbe. Il resto è storia di oggi. In questo modo se ne è andato mezzo secolo. Cinquant’anni consumati sino al midollo fra prove e debutti, fra regie e corsi di formazione, valorizzando talenti, dando ospitalità a star e compagnie di giro… Era giusto che Vito Signorile rifiatasse un attimo per riflettere sul significato di una vita appassionante e irripetibile (e ancora lungi dal dirsi conclusa) consacrata al teatro. Non più di un attimo, però. Perché la stagione del Nuovo Abeliano, in parallelo a quella del Kismet per effetto dello storico sodalizio fra le due strutture, è alle porte. L’esordio è fissato per il 30 di questo mese con ‘Juke Box all’idrogeno’, con Vito, manco a dirlo, interprete e regista in campo. Intanto Signorile scalda i motori in vista di un più vicino evento, quello con cui festeggia il (momentaneo) traguardo artistico offrendo uno spaccato del suo poliedrico repertorio. La festa, perché di una festa si tratta più che di uno spettacolo, vuol essere un ringraziamento al pubblico barese, a Bari e alle sue Istituzioni. La prima tappa di questa festa è fissata per domani in Basilica alle 20:00. ‘Dante sui sagrati’ ha per oggetto i più bei canti della Divina Commedia letti in lingua originale e nella traduzione in dialetto barese di Gaetano Savelli, con il musicista Pino Petrella alla ghironda e altri strumenti medievali. La manifestazione è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dalla Regione Puglia, dal Comune di Bari, dall’Università agli Studi “Aldo Moro” , dal Teatro Pubblico Pugliese, dal consorzio Teatri di Bari, dalla Fondazione Teatro Abeliano. Ingresso libero.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 2 Ottobre 2015

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