Viva le strade cattive
Con ‘Sulla cattiva strada’ si è conclusa avantieri allo Spazio On di Trani la stagione ‘I mulini a vento 2015/2016’ a cura di Marluna Teatro. Non è un caso che s’intitoli così questo testo scritto a quattro mani da Maria Elena Germinario e Arianna Gambaccini. ‘Sulla cattiva strada’, infatti, è spettacolo che omaggia de André (la canzone in questione – in cui un pescatore di uomini pratica una pedagogia a rovescio portando sulla apparentemente cattiva strada soldati, donne di vita, alcolizzati e giurati -, apre ‘Volume 8’, ottavo album in studio del maestro della scuola genovese di cantautorato). La struttura è lineare : quattro vite confluiscono in un’unica storia che si svolge nel borgo antico di un imprecisato centro italiano affacciato sul mare e che la globalizzazione ho snaturato socialmente. Un centro che potrebbe essere Genova come Bari o Taranto (la vaghezza delle scelte scenografiche suggerisce un non-luogo) e che fa da sfondo a storie di povera gente, storie che vedono protagonisti illusi, delusi, falliti, furbetti… proprio quel genere di personaggi le cui vicende appassionavano De André, e che tanto il cantautore amava scoprire anche a costo di frequentare i bassifondi (quelli di Genova Vecchia in primis). Nella regia di Maria Elena Germinario prosa e musiche – quest’ultime eseguite dal vivo –s’intrecciano in un denso racconto corale. Buoni dialoghi mettono in rilievo la dimensione inerme e tenera di personaggi colti nel loro intimo. Un colore sottilmente evangelico colora la struttura drammaturgica : l’imminenza della fine (il prossimo abbattimento di un cadente palazzo storico) raccoglie per l’ultima tavola intorno alla tavola un microcosmo variegato e contraddittorio, palpitante di vita e umanissimo. La morte di Salvatore (nomen omen?…), che rimane sotto le macerie dell’annunciato crollo, prelude alla diaspora inevitabile di quel pugno d’anime. Una diaspora però non segnata dal dolore. Il sacrificio di Salvatore, non si sa quanto volontario, innesca nei superstiti una catarsi, simboleggiata dalla (autentica) pioggia conclusiva. E’ il momento della ritrovata speranza, è il momento del ritrovato e salvifico amore. Con passione, quantunque un po’ legati (ma quello di avantieri è stato un debutto) sono stati in scena Teresa Alberga, Fabio De Palma, Maria Elena Germinario, Giuseppe Losacco ed Enzo Strippoli. Efficace il contributo musicale del duo chitarra-tastiere composto da Savino Lasorsa e Gaetano Pistillo, autori di sei pregevoli arrangiamenti di altrettanti successi di De André (organizzazione e promozione : Vincenza Carbonara).
Italo Interesse
Pubblicato il 24 Maggio 2016