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Volano gli “stracci” nei Popolari/Udc alla Regione. “Emiliano ne sa di più?”

Sono soltanto tre (il barese Peppino Longo, il foggiano Napoleone Cera ed il leccese Mario Romano) i consiglieri del gruppo “Popolari-Udc” alla Regione Puglia, ma in quanto a litigiosità sono forse più rumorosi di altri gruppi politici ben più numerosi. E di questi, due in particolare, Longo e Romano, da qualche giorno non si risparmiano, a suon di comunicati, vicendevoli accuse su Salvatore Ruggeri, scelto dal governatore Michele Emiliano, dopo la scomparsa di Salvatore Negro, per rappresentare il loro gruppo nell’esecutivo regionale con il ruolo di assessore al Welfare. Ma veniamo ai fatti. E’ di qualche giorno fa la nota del consigliere Romano (subentrato allo scomparso Negro nell’aula di via Capruzzi) con cui l’esponente salentino dello scudo crociato affermava con termini inequivocabili che “non ci sono scontenti” nella forza politica di cui fa parte alla Regione, “né mai – sottolineava inoltre Romano  – il gruppo ha chiesto al presidente Emiliano che venisse tolta la delega a Salvatore Ruggeri così come riportato in un articolo di stampa”. Riducendo – sempre con la stessa nota – a semplici “battute raccolte fuori dai luoghi preposti” le indiscrezioni di stampa circa i “dissapori e contraddizioni interne” al grupposulla precedente scelta di Emiliano di affidare all’esterno Ruggeri assessorile spettante politicamente al gruppo regionale de “i Popolari”. E Romano si spingeva anche oltre con le rassicurazioni circa la posizione di tutto il suo gruppo sulla presenza di Ruggeri in giunta, affermando: “Totò Ruggeri, per quanto ci riguarda non è in discussione e rimane il nostro assessore”, sottolineando (sempre al plurale nella nota): “È il nostro riferimento politico, in quanto leader nazionale e regionale dell’Udc, nonché istituzionale perché assessore della Giunta”. Anzi, per Romano, bisogna dare atto a Ruggeri del lavoro che sta svolgendo con impegno e soprattutto con lo sguardo rivolto alle classi più deboli, citando a prova tangibile dei problemi portati a soluzione l’assegno di cura e la modifica alla legge sulle Rsa approvata di recente dal consiglio regionale e ribadendo che “il Gruppo (ndr – de “i Popolari-Udc”) è coeso”, pur considerando le difficoltà oggettive che connotano la maggioranza di governo, da cui evidentemente Romano intende tirar fuori il proprio partito proprio dai contrasti interni alla stessa maggioranza che sostiene Emiliano sui nomi per il tanto atteso rimpasto di giunta. Ma probabilmente i fatti all’interno de “i Popolari” pugliesi non stanno proprio come rappresentati da Romano, considerato che a seguito di tale sua nota ne è stata subito inviata una del suo collega di partito, Longo, che smentiva clamorosamente quanto da lui sostenuto. Infatti, faceva presente Longo: “Dispiace contraddire per due volte in due giorni l’amico e collega Mario Romano, ma poiché il nuovo approccio che gli elettori chiedono ai politici, pretende che la verità trionfi sempre su presunti ed eventuali costruttori di complotti, occorre chiarire alcuni passaggi, anche perché il rischio – per alcuni strateghi della politica centro-moderata divenuto tristemente realtà il 4 marzo scorso – è quello di uscire dalle urne elettorali con percentuali da prefisso telefonico. E la politica – dovrebbe essere cosa nota – non vive di diritti ereditari, né di miracolati del giorno, ma più semplicemente ed onestamente di consensi”. Nota di Longo che proseguiva con diversi altri spunti polemici nei confronti di Romano e che si concludeva con la secca affermazione che “Ruggeri non può essere in alcun modo il mio assessore”. Ma lo scontro a suon di comunicati nell’Udc pugliese non finisce certo qui, perché a replicare a Longo è lo stesso Romano che con successiva nota non risparmia critiche ed accuse all’amico e collega di partito. Infatti, dichiara Romano: “Non posso nascondere la mia più profonda delusione” per il comunicato di Longo dal quale “si evince non solo una scarsa conoscenza delle norme che regolano le istituzioni, ma soprattutto la mancanza di rispetto politico e istituzionale nei confronti dell’amico e leader nazionale e regionale dell’Udc, Totò Ruggeri, oggi assessore regionale”. Nomina, quest’ultima, che per Romano è frutto di una “libera scelta del governatore Emiliano”, che ha voluto garantire la presenza in Giunta regionale del gruppo dei Popolari. Quindi, ha esclamato l’esponente dello scudo-crociato salentino: “Di che cosa dobbiamo parlare!”, ammonendo: “è la dimensione politica, caro Peppino che devi considerare, perché il valore dell’appartenenza è un requisito essenziale per far parte di un partito, movimento o associazione”. E dopo aver scomodato la memoria di un illustre statista come Aldo Moro, per ricordare le “miserie umane” in cui spesso incorre la politica, Romano ha accusato Longo di “livore” ingiustificato nei confronti di Ruggeri, per poi chiedergli: “piuttosto, non ti sei posto, con il mio ingresso nel gruppo, il problema di ridiscutere il ruolo istituzionale che ricopri, quale vice presidente del Consiglio regionale, avendo dato per scontato il mio sostegno”. Però, lo “scontro” all’interno dell’Udc pugliese non è finito di certo qui, visto che alla replica di Romano è seguita una controreplica di Longo. “Dispiace contraddire l’amico e collega Mario Romano, ma personalmente ero, sono e sarò sempre contro la nomina di Salvatore Ruggeri ad assessore al Welfare della Regione Puglia”. Ed ancora il vice di Mario Loizzo nell’aula di via Capruzzi: “A Romano che parla di luoghi preposti dove si discute e si prendono decisioni, ricordo che nei Popolari, a proposito del caso Ruggeri, sono mancati proprio questi”. “O almeno – ha precisato Longo – si sono ridotti ad occasionali ritrovi tra pochi, dal momento che nessuno ha mai chiesto il mio parere in proposito”, pur confermando personale lealtà nei confronti del presidente Emiliano. Insomma, stante le affermazioni di entrambi i “duellanti” più di qualcosa non torna nello scudo-crociato pugliese. E quel che è strano è che a parlare per il “gruppo” regionale non è il presidente Cera, che invece finora è stato silente, ma Romano che è un “ripescato” in Consiglio alla morte di Negro e, per di più, è salentino come Ruggeri ed politicamente un suo fedelissimo. Ma ancor più strano – secondo qualche addetto ai lavori della politica pugliese – è che ad innescare la polemica sulla permanenza di Ruggeri nella giunta pugliese sia stato il collega di partito e vice presidente del Consiglio, Longo per l’appunto, che alla poltrona di assessore si dichiara addirittura disinteressato. Allora, come diceva un altro noto statista della vecchia Dc, Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina”. Per cui, in questo caso, non sono pochi tra gli addetti ai lavori a domandarsi: “ Sulla messa in discussione dell’assessorato a Ruggeri, non è che Emiliano insieme al capogruppo Cera dei “Popolari-Udc” ne sappiano di più?”. Il tempo farà chiarezza sicuramente su questo dubbio. E la “politica” del governatore Emiliano farà il resto.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Aprile 2018

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