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Vuoti paurosi nelle fila dei regionali: cosa farà Emiliano con le assunzioni?

Ecco finalmente i primi dati oggettivi sui quali iniziare a ragionare nella politica assunzionale della Regione targata Emiliano e Nunziante, prefetto da poco in quiescenza prestato all’assessorato al Lavoro e Personale, con numeri, cifre e proiezioni. Infatti, la recente adozione dell’atto di ricognizione annuale della consistenza del personale a tempo indeterminato (come mostra la tabella a fianco) offre lo spunto per alcune riflessioni sulle politiche assunzionali della Regione Puglia a chi non vive solo di impegni e proclami. Il primo dato che salta agli occhi è il consistente divario tra pianta organica e personale effettivamente in servizio (al 31/12/2014). Rispetto ad una pianta organica che prevede una dotazione di 3.902 dipendenti, risultano in servizio solo 2.631 dipendenti; cioè, mancano all’appello 1.271 dipendenti, praticamente un terzo del totale (32,57%). In realtà, i dati si riferiscono al personale in servizio al 31/12/2014; per la dirigenza, l’unica categoria per la quale si hanno a disposizione dati più recenti, al 15 settembre 2015 risultavano in servizio 135 dirigenti (sette in meno rispetto al 31/12/2014); vale a dire una vacanza superiore al 35% della pianta organica, come abbiamo più volte riportato su queste colonne. Ma andiamo avanti nella disamina, tenendo presente che vero è che la Regione dovrà assorbire il personale eccedente delle soppresse Province, ma questo ‘assorbimento’ verrà in gran parte ammortizzato dall’assunzione delle funzioni precedentemente svolte dalle Province, con il conseguente incremento della pianta organica. Nei fatti, l’intera procedura dovrebbe avere effetti minimi sulla consistenza del deficit di personale alla Regione. E allora, vediamo di ipotizzare quale sarà lo scenario dei prossimi anni, almeno finchè dura la prima legislatura Emiliano. Se si tiene conto della elevata età media dei dipendenti regionali (la gran parte dei quali entrati in servizio nel 1980 o in precedenza), è facile pronosticare che la vacanza di organico si avvicinerà al 50% nel giro di 3 o 4 anni. Infatti, tenendo presente che nel 2014 i pensionamenti hanno interessato circa il 4% dei dipendenti, ma che nei prossimi anni cominceranno ad andare in pensione i dipendenti entrati in servizio nel 1980, con la “285”, si può ipotizzare che la percentuale dei pensionamenti nei prossimi annui si aggirerà intorno al 5% del personale attualmente in servizio. Questo significa che al 31/12/2018 le vacanze ammonteranno al 49,43 della pianta organica, cioè quasi la metà dei dipendenti attualmente in servizio. Si tratta in realtà di una stima al ribasso: i dipendenti regionali “ex 285” sono attualmente la maggioranza dei dipendenti in servizio. Orbene, di fronte a una vacanza di organico così importante e, soprattutto, destinata a divenire drammatica nel giro di pochi anni ci si sarebbe aspettati una programmazione delle assunzioni da parte della Regione Puglia, cogliendo i limitati spazi che normativa statale degli ultimi anni (vedasi soprattutto le limitazioni al turnover) lascia agli enti pubblici per le assunzioni. E’ vero, c’è il concorso per assumere i duecento funzionari di Categoria ‘D’ (diventati 186 dopo l’obbligatoria procedura di mobilità volontaria), ma i vincitori, stante le norme statali in vigore, non potranno essere assunti prima del 1 gennaio 1917 ed, in ogni caso, andranno a diminuire le vacanze in organico per circa il 5%. Allora, perché non intervenire sin d’ora per arginare quello che domani rischia di diventare un fiume in piena? La Regione Puglia ha a disposizione graduatorie concorsuali ancora valide per la cat. C e la dirigenza. La normativa attualmente in vigore consente assunzioni a valere sulla capacità assunzionale disponibile nel 2014. Dalla delibera di Giunta Regionale 2693/2014 risulta una capacità assunzionale per il 2014 di circa 2.300.000 euro, cifra sufficiente per esaurire la graduatoria cat. C (poco più di 20 persone) e scorrere di una decina di posizioni quella per dirigenti. Certo, si tratterebbe di scorrere delle graduatorie di pubblici concorsi (quelli che la Costituzione impone come unica strada per accedere all’impiego pubblico), assumendo persone scelte esclusivamente per la loro preparazione. Ed è questo che si vuole? O, piuttosto, si preferirà non far nulla, anche per non mettersi contro l’esercito di dipendenti precari, messi sotto contratto sul filo di lana dalla ex dirigente del Servizio Personale fino al 2017? Facile che prima o poi le carenze di organico diverranno drammatiche e sull’onda della solita foglia di fico della ‘necessità e urgenza’ si potrà procedere a stabilizzazioni, conferimenti di incarichi dirigenziali a tempo determinato (con procedure ad hoc per Tizio e Caio) e nuove assunzioni a tempo determinato (per altri Tizi e Caii). A Emiliano l’ardua sentenza: proseguire con la politica clientelare vendoliana che ha albergato in Puglia per vent’anni o inaugurare una nuova stagione di trasparenza, magari ‘origliando’ per la prima volta criteri tipo merito e preparazione…mica parolacce!

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 22 Dicembre 2015

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