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Waterfront di San Girolamo: un progetto nato male e senza protezione

I residenti hanno finalmente trovato chi ascolta le loro lamentele

I residenti del quartiere barese di “San Girolamo” hanno finalmente trovato un assessore ai Lavori pubblichi che condivide ciò che i cittadini di detto quartiere, “ignoranti” in materia, da anni dicono a riguardo delle barriere frangiflutti. Ad affermarlo è un residente del quartiere Fesca-San Girolamo da 50 anni, Decio Savino Del Mastro che, prendendo spunto dal comunicato del Comune del 6 maggio scorso con cui si è annunciato il via alla manutenzione delle spiagge cittadine, con una nota inviata alla redazione di questo giornale ha fatto presente che nella relazione di accompagnamento al progetto sulla “Riqualificazione del fronte-mare di S. Girolamo-Fesca” sin dal 2015 si evidenziava la necessità di barriere frangiflutti, per ridurre fino all’80% lo spostamento dei ciottoli e della sabbia lungo la battigia. Infatti, riferisce Del Mastro, in detta relazione fu anche evidenziata la necessità di ridistribuire ogni anno, lungo l’intero tratto del litorale di Fesca-San Girolamo, un quantitativo di sabbia e ciottoli pari a circa duemila metri cubi. Pertanto, ha eccepito il predetto cittadino barese del quartiere “San Girolamo”, l’Amministrazione comunale nel 2015 ha approvato il progetto definitivo del waterfront pur essendo stata preavvisata dai progettisti che l’ampliamento delle zone di balneazione, nonostante i frangiflutti, comunque avrebbe prodotto il fenomeno che si era manifestato già dal 2018 durante la esecuzione dei lavori. Però, l’allora sindaco Antonio Decaro ed il suo collega ingegnere assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Galasso, anziché porre subito rimedio al problema, preferirono comunque andare avanti caparbiamente con i lavori di ampliamento delle zone di balneazione, pur sapendo che, in seguito, si sarebbero verificati ogni anno problemi di riposizionamento di ciottoli e sabbia lungo tutto quel tratto di litorale non protetto adeguatamente dalle mareggiate. Infatti, – ha riferito inoltre Del Mastro – a dire del nuovo assessore barese ai Lavori pubblici, Domenico Scaramuzzi, “adesso servirebbero 10 milioni di euro (ma che in bilancio non ci sono!) per rimediare a certe scelte sciagurate e che occorrono tempi lunghi per intercettare i finanziamenti”. Una somma, questa, che in teoria rientrerebbe nella capienza del bilancio previsionale del Comune per il 2025, in quanto la cifra complessiva destinata alle opere pubbliche per l’anno in corso è di 345 milioni di euro. “Ma – ha rilevato sempre Del Mastro – siccome in detta cifra sono impegnate somme per opere distribuite su altri quartieri, per “San Girolamo e Fesca” al momento sono disponibili appena due milioni di euro, da utilizzare per far fronte ad alcune manutenzioni ordinarie e straordinarie di questo popoloso quartiere barese”. “Motivo per cui – ha reso noto, in fine, lo stesso Del Mastro – è stata presa l’iniziativa di invitare l’assessore Scaramuzzi ad un incontro pubblico con i residenti del quartiere di “Fesca-San Girolamo”, al fine di discutere pacatamente e programmare non solo i lavori per il necessario completamento e messa in sicurezza del waterfront, ma per almeno definire gli interventi urgenti (ad esempio, tappare buche, asfalto di alcune strade del quartiere, sistemazione di marciapiedi, etc.) a migliorare la situazione generale esistente, in termini di viabilità, verde e pubblica illuminazione del quartiere. “E ciò – ha sottolineato Del Mastro – per rendere più vivibile questa porzione di Bari città”. Lamentele, quelle dei residenti di Fesca- San Girolamo per i lavori di riqualificazione della costa effettuati senza tener conto delle priorità necessarie e soprattutto senza una programmazione atta ad evitare gli inconvenienti denunciati da Del Mastro, che sono comuni anche ad altre zone della città. Infatti, la ex amministrazione Decaro – come riferiscono alcuni residenti – anche nel “Municipio 5” di decentramento ha messo in cantiere opere, come la pista ciclabile del lungomare di Palese ed il restyling della zona antistante il porto di Santo Spirito, senza tenere minimamente conto degli indispensabili interventi propedeutici alle “novità” urbane che ha voluto realizzare. Infatti, prescindendo dalle polemiche sorte per la pista ciclabile sul lungomare di Palese, sarebbe stato sicuramente necessario realizzare per detto lungomare prima una barriera frangiflutti, a protezione del litorale e, quindi, della pista stessa, che invece è a rischio mareggiate in diversi punti, come si è già verificato lo scorso inverno, quando un tratto di pista ciclabile appena realizzato, in prossimità del lido balneare “Sun Beach”,  è stato danneggiato da una mareggiata, proprio per la mancanza di una barriera frangiflutti. A Santo Spirito, invece, la ex amministrazione Decaro ha dato corso ad un progetto di pedonalizzazione dell’area antistante il porto senza tener conto della preventiva necessità di individuare e realizzare delle aree a parcheggio che sopperissero alla perdita dei posti auto esistenti sul tratto di lungomare da pedonalizzare. Come pure – a detta di molti residenti del posto – sarebbe stato indispensabile intervenire prioritariamente con la costruzione di una diga foranea (attesa da oltre vent’anni!) a protezione del bacino portuale di Santo Spirito. Infatti, senza detta opera, in caso di una forte tempesta marina, come quella avvenuto nel dicembre del 1977, il restyling in via di realizzazione a Santo Spirito è a rischio distruzione, poiché i natanti ormeggiati nel porto, in caso di una forte mareggiata, finirebbero per essere distrutti e catapultati sull’area pedonale antistante la zona porto. “Esattamente come avvenne nell’ormai lontano 1977” – hanno ricordato alcuni pescatori e diportisti di Santo Spirito. Ma alla ex-amministrazione Decaro evidentemente interessava solo far vedere che ha realizzato opere e, forse, soprattutto spendere le risorse a disposizione. Se poi tali opere creano più problemi che vantaggi ai quartieri interessati, poco importa. L’importante per l’ex Primo cittadino barese e la sua giunta era probabilmente solo far vedere di essere comunque intervenuti sul territorio. Poi, di come il Comune è intervenuto, dei disagi ai cittadini e degli sprechi ed eventuali danni conseguenti ad interventi incompleti o meno urgenti, saranno di certo problemi per il dopo. Esattamente come per i ciottoli e la sabbia utilizzata annualmente per l’ampliamento della zona balneare del lungomare di Fesca e San Girolamo.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Maggio 2025

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