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Zes Adriatica, tutto in sospeso per colpa dell’ultimo visto

Sarà il solito ritardo amministrativo, oppure l’ancor più noiosa questione burocratica – magari una ‘pec’ ancorata da venti giorni negli uffici/protocollo di qualche ministero – resta ancora al palo l’attivita’ della Zona Economica Speciale (Zes Adriatica), una delle zone pugliesi che attende un fiume in piena di fondi pubblici per la ripresa di economia e imprese. Zes ‘Adriatica’ in sospeso, dunque, perchè manca in particolare il visto della Corte dei Conti che attesti la bollinatura (cioè il visto di conformità e copertura della Ragioneria che così certifica appunto copertura e inserimento a bilancio delle somme). Un timbro che, però, potrebbe arrivare in queste ore, se non è già arrivato ieri. Sta di fatto che, la bollinatura ha causato tempi morti ed è stata già messa al centro del dibattito politico. Per fortuna non nel caso del decreto di nomina dell’ingegner Manlio Guadagnolo, commissario Zes/adriatica indicato dal premier Draghi a dicembre scorso. Da allora il manager calabrese, barese di adozione, si reca regolarmente in ufficio, partecipa alle riunioni, visiona atti e progetti, ma senza prendere lo stipendio. Nè tanto meno firmare nulla di ufficiale in attesa del famoso ultimo passaggio mancante che la Corte dei Conti ha inviato, in ogni caso, alla Presidenza del Consiglio e lì sembra essere ancora arenata. A rimetterci almeno finora soprattutto le aziende interessate alle ‘free tax zone’ che, da motore di sviluppo dell’economia pugliese, rischiano di trasformarsi in lumache burocratiche. Partite nel già lontano 2017, infatti, le zone speciali per il rilancio dell’economia hanno visto la luce solo quattro anni dopo, nel 2021. la Zes/adriatica ha in pancia ben diciassette progetti agganciati al Piano Nazionale di ripresa e resilenza (Pnrr) da 83 milioni di euro fra strade, infrastrutture, digitale, allacci elettrici ed idrici. Le opere andrebbero ultimate tra quattro anni e precisamente nel 2026 con inizio lavori tassativo nel 2023. Scadenze difficili da rispettare considerando i ritardi della burocrazia e le rincorse affannose degli ultimi mesi. Ma la storia della Zes è costellata da una serie di passaggi e stop di cui forse pochi hanno tenuto il conto, con l’ausilio di quei protocolli informatici che spesso fanno rimpiangere i vecchi timbri e protocolli bollati e vidimati che, tramite corrispondenza firmata e con cartolina di ritorno, portavano via al massimo tre/quattro giorni. Nel caso del commissario Zes/adriatica al lavoro ogni giorno sulla scorta della nomina del premier, ma senza l’ultimo visto del passaggio del servizio finanziario, il ritardo è già vicino al mese e con le scadenze già in vista, non c’è da cullarsi sugli allori. (fradema)


Pubblicato il 27 Maggio 2022

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