Cultura e Spettacoli

Zio Vanja, come l’acquasantiera

E’ andato in scena ieri al Cinema Teatro Impero di Trani nell’ambito della stagione teatrale organizzata dal Comune di Trani e dal Teatro Pubblico Pugliese, un allestimento di Marluna teatro. Lo spettacolo sarà ricordato come uno dei più fastosi della compagnia tranese. Roberto Marfante, sua la regia, non affida nulla al caso. Tutto – recitazione, scene, luci, scelte musicali e costumi – è oggetto di attenzione meticolosa, sì che l’insieme dà di solido e determinato. E’ questo il risultato di un modo di avvicinarsi all’opera che ha del religioso. Nell’affermare la modernità e il carattere universale di Cechov, Marafante accosta il maestro russo a Beckett e Pinter per la capacità di portare in scena, come rarefatti, tempo e spazio e di far pulsare intorno ad essi più che la vita, un’idea della stessa ; starebbe dopo alla platea, prim’ancora che al critico, assegnare un senso a questa inafferrabile rappresentazione. ‘Zio Vanja’ sarebbe il modo più alto di esemplificare questa impossibilità di vivere la vita, salvo immaginarla, ciascuno cucendosela addosso come un abito… Messa così,  Checov e ‘Zio Vanja’ diventano un affare dannatamente complicato. Questa complessità d’approccio è percepibile nell’estrema cura posta nella messinscena. Gesti, toni e persino le cose inanimate sembrano impregnate di questo sentire denso e sottilmente vertiginoso. Il che, se da un lato rende lo spettacolo decisamente comme-il-faut, di contro lo carica di un’energia superiore alle necessità. Per certi versi il gran lavoro di Marafante un poco ricorda quel tipo d’immagine digitale che tra messa a fuoco, luminosità e intensità cromatica si spinge addirittura al di là delle capacità dell’occhio umano. Chissà, forse Cechov e ‘Zio Vanja’ sono un po’ meno complicati. Con questo non si vuole rimproverare di algida cerebralità l’ultima produzione di Marluna Teatro, un lavoro che magari si torce un poco davanti allo specchio, ma non per questo si manifesta privo di calore. Tutt’altro. In definitiva, uno spettacolo elegante e nitido. Meritati applausi per Pino Fusco, Marianna De Pinto, Maria Elena Germinario, Mariella Parlato, Marco Grossi, William Volpicella, Vincenzo Toma, Marisa Eugeni e Alessandro Anglani. Hanno collaborato a vario titolo : Massimo Marafante, Gianluigi Carbonara, Alessandro Anglani e Sara Terzulli. Allo spettacolo hanno contribuito anche quattro sponsor. Segnalarlo ci sembra doveroso. Senza entrare in facili polemiche, l’intervento delle pubbliche Istituzioni non basta più. Serve linfa nuova. Una classe imprenditoriale illuminata può molto in un frangente storico particolarmente delicato come questo e a proposito di un settore nevralgico della cultura del Belpaese.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Marzo 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio