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Centrale unica per gli acquisti sanitari, un fallimento per due presidenti

Quando il presidente Vendola parlò del Piano regionale delle attività negoziali per le acquisizioni di beni e servizi nel Servizio sanitario regionale, pareva dovessero di colpo risolversi tutti i drammi degli sperperi nel settore sanitario, in Puglia. Correva fine anno 2014: “Oggi abbiamo approvato l’avvio della Centrale unica di acquisti di beni e servizi in sanità. Siamo dinanzi ad un salto epocale per ciò che riguarda il sistema sanitario pugliese. La centrale unica di acquisti costituisce il luogo di coordinamento che assume un ruolo di regia centrale per gli acquisti, funzionale a garantire maggiore concorrenza e trasparenza e a ridurre i costi. È uno degli strumenti indispensabili a garantire la legalità nella sanità e a evitare le possibili incursioni del malaffare e dell’affarismo, che sottraggono risorse agli ammalati, mutilando la risposta al bisogno di salute del territorio. Oggi proseguiamo il cammino del cambiamento nel segno della moralità e della trasparenza”. E l’assessore alle Politiche della Salute, Donato Pentassuglia? Anche lui pareva Torquemada, quel 30 dicembre 2014: “con questa delibera mettiamo al centro il risparmio e la razionalizzazione della spesa, dando un governo unitario a tutto sistema sanitario pugliese. Ogni risorsa risparmiata sarà riversata nel sistema della salute, uniformando nel contempo l’attività e il modus operandi di tutte le Asl pugliesi in materia di approvvigionamenti”. Risorsa risparmiata? Salto epocale per il sistema sanitario pugliese? In realtà solo le solite promesse, visto che la centrale unica degli acquisti per tutta la durata dell’ultima giunta Vendola è rimasta nel libro dei sogni. E con il successore Emiliano sul lungomare di Bari, anche lui a capo della sanità con la delega assessorile alla sanità? Beh, anche l’ex magistrato ha promesso di stoppare le proroghe degli affidamenti effettuati dalle aziende sanitarie, eliminando la società ‘in house’ Innovapuglia come aveva previsto Vendola, delegando tutto alle singole aziende sanitarie pugliesi: ogni asl, avrebbe dovuto bandire la gara valida per l’intera regione gestendola sulla piattaforma informatica Empulia, dando un ruolo più importante alla Asl di Bari e Consorziale Policlinico (mense e farmaci) con Foggia unica stazione per lo smaltimento dei rifiuti. Ma anche qua i conti nell’ultimo anno non sono tornati, forse a causa della troppa farraginosità del sistema, ma anche in seguito alle sentenze degli anni scorsi che avevano messo in discussione il ruolo –ritenuto illegittimo – degli affidamenti di beni e servizi ad aziende e società interne, dello stesso ente. E i risultati si sono visti: una dozzina di gare celebrate in tutto il 2016 dalla stazione unica appaltante sanitaria pugliese, di cui la maggior parte ancora da completare. E così i risparmi di bilancio sventolati dagli ultimi due governatori pugliesi sono rimasti letteralmente sulla carta. Anzi, il nuovo sistema ha finito per pesare ulteriormente a causa delle operazioni di pagamento di Innovapuglia, la societa’ regionale che, comunque, ha gestito gli acquisti telematici, senza contare gli aspetti più gravi. E cioè che il Governo, a fine anno, potrebbe commissariare la regione Puglia proprio a causa dei mancati risparmi collegati alla istituzione della centrale unica degli acquisti, ennesimo proclama rimasto nel libro dei sogni…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 10 Novembre 2016

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