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Emiliano e Cassano agitano le acque dello scenario politico pugliese

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nonché leader di Fronte democratico (la corrente interna al Pd nata a seguito della sfida che lo stesso Emiliano ha condotto recentemente con il neo riconfermato segretario dem, Matteo Renzi) ha organizzato a Roma, per sabato 6 Maggio, il primo incontro nazionale degli aderenti all’area politica interna al partito da lui fondata. L’incontro, che precede l’assemblea nazionale del Pd di domenica prossima per l’incoronazione di Renzi a segretario per la seconda volta, dovrebbe servire verosimilmente a mettere a punto strategie e scelte di voto che i componenti dell’assemblea nazionale del Pd, eletti recentemente alle primarie con le liste di Emiliano, dovranno poi adottare all’incontro assembleare di partito fissato per il giorno dopo. Infatti, da ciò che accadrà domenica prossima in assemblea nazionale si potrà capire se l’ex premier Renzi intende coinvolgere i suoi due ex rivali per la segretaria, Emiliano ed Andrea Orlando, assegnando a questi ultimi posti di rilievo in direzione, oppure no. E, quindi, continuare con la linea dura del vincitore assoluto ed autosufficiente che si accaparra tutti i posti chiave nella guida del partito, lasciando alle minoranze solo il ruolo di opposizione interna. Per la vice segreteria – come è noto – il nome è stato scelto e comunicato da Renzi già prima della campagna elettorale congressuale, quando ha fatto l’alleanza con l’area interna al Pd che fa capo al ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, che sarà quindi il suo alter ego in segreteria, mentre per conoscere ufficialmente i nomi di tutti gli altri ruoli interni al partito bisognerà attendere la conclusione dell’assemblea di domenica. Secondo alcune indiscrezioni, il governatore pugliese, Emiliano, punterebbe ad un accordo con Renzi con l’obiettivo di avere non solo qualche posto in Direzione nazionale per qualcuno degli aderenti a Fronte democratico, ma addirittura con la speranza di ottenere anche un posto per lui nella compagine più ristretta, ossia la segreteria nazionale. Ed è con tale speranza che Emiliano parla forse già da leader non più locale, ma nazionale del Pd e paventa ipotesi sulle possibili future alleanze politiche del suo partito. Infatti, quanto alla necessità di valutare l’allargamento del perimetro di collaborazione politica del Pd alle prossime elezioni per Camera e Senato, Emiliano ha accennato all’opportunità di “allargare al massimo” i confini della coalizione fino ad includere “tutte le forze centriste” e precisando “fatta esclusione di Forza Italia che é un’altra coalizione”. Inoltre, Emiliano ha evidenziato:  “Io dico di raccogliere dentro il centrosinistra tutte le forze, le associazioni, le liste civiche, tutti gli elementi che possono costituire la strutturazione di un Ulivo di nuova generazione, grazie alla legge elettorale con il premio di maggioranza alla coalizione”. “So – ha sottolineato ancora il governatore della Puglia – che su questo punto é d’accordo anche Orlando. E sono d’accordo anche quelle forze politiche che sono alleate di Renzi”. “Quindi – ha concluso Emiliano – bisogna solo partire e andare in questa direzione”, pur precisando che mai dovranno essere fatte “collaborazioni basate su accordi a prescindere rispetto ai contenuti”. Ed i contenuti dovranno venire “prima di ogni altra questione”. Emiliano ha pure ribadito che la “prima condizione per un rapporto positivo all’interno del Pd, é la legge elettorale. Dobbiamo approvare una legge elettorale concordata”. “Noi – ha aggiunto il leader di Fronte democratico – siamo disponibili o al Mattarellum, che però sappiamo essere la strada più difficile e impervia. In seconda battuta siamo disponibili a una legge elettorale con il premio di maggioranza alla coalizione. Se riusciamo a ragionare su questo primo step, possiamo arrivare al secondo”. Insomma, da come parla Emiliano su questi temi, sembrerebbe quasi che la sua neo costituita area politica sia più un partito nel partito che un una neo corrente interna al Pd. Emiliano ha accennato pure a web tax e riforma della scuola, che due argomenti molto importanti ( ndr – ai fini elettorali evidentemente) sui quali, secondo lui, il Pd deve rivedere le proprie precedenti posizioni. “Un terzo elemento molto rilevante – ha commentato ancora il governatore pugliese – é la disponibilità dei fondi per il Mezzogiorno, e la loro disponibilità per le regioni e per le Città metropolitane”, spiegando che bisogna “essere certi che gli investimenti nel Mezzogiorno, inseriti nei Patti per il Sud, siano immediatamente operativi” ed aggiungendo: “Cosa che abbiamo specificato nell’ultima riunione con Gentiloni a Palazzo Chigi”, perché “purtroppo non sono ancora operativi”.  E, ha poi concluso Emiliano, “se queste questioni ci sarà una posizione condivisa all’interno del Pd, quella collaborazione di cui ho parlato sin dalla sera delle elezioni (ndr – primarie) é molto più facile”. Alla dichiarazione di Emiliano sull’opportunità di allargare la coalizione governativa ed elettorale a tutte le forze centriste esclusa Fi ha fatto eco una nota a firma di Nico Bavaro, segretario pugliese di “Sinistra italiana”, ossia in nuovo soggetto politico nato dalle ceneri di Sel e di altre anime della sinistra nazionale. “Le sue parole – ha dichiarato Bavaro – mi pare facciano il paio con le indiscrezioni di stampa che parlano di un allargamento della maggioranza in Regione Puglia agli esponenti di Ncd”, commentando: “Mi auguro siano colpi di sole causati dalle prime calure primaverili, noi non staremmo a nessun gioco di questo tipo. Atro che allargamento, ha sempre avuto un solo nome: trasformismo!”. E se le recenti affermazioni di Emiliano sulle alleanze rischiano di agitare le acque nel centrosinistra regionale, nel centrodestra pugliese invece sono già mosse da qualche settimana. Ossia da quando è cominciata a circolare la notizia di un possibile rientro in Forza Italia del sottosegretario al Lavoro dell’ex governo Renzi ed ora di Gentiloni, il senatore barese Massimo Cassano di Area popolare. Infatti, alla levata di scudi di qualche giorno fa del gruppo di Fi alla Regione, che aveva concluso la nota di commentato a tale ipotesi ricordando a Cassano, ma soprattutto ai vertici romani del partito, che sarebbe preferibile che il sottosegretario eletto nel 2013 in Puglia nelle fila dei berlusconiani e poi passato in Ncd di Angelino Alfano, che è forse il caso che trascorra l’inverno lì dove ha passato l’estate, è seguita una dura nota del consigliere regionale notoriamente vicino a Cassano, Gianni Stea di Ap, che ha accusato i colleghi forzisti di essere “vittime di se stessi” ed, in particolare, di “ frasi al limite del pettegolezzo da comari che sarebbero state dette dal consigliere regionale pugliese Nino Marmo”. Dichiarazioni a cui ha prontamente replicato l’intero gruppo consiliare di Fi (questa volta forte anche della firma del capogruppo Andrea Caroppo) che ha ironizzato con Stea ricordando che: “La volpe che non arriva all’uva, dice che è acerba!”. E Stea, che è un noto imprenditore agricolo di Adelfia anche nel settore vitivinicolo, di uva sicuramente se ne intende e dovrà regolarsi di conseguenza sulla questione.     

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 


Pubblicato il 6 Maggio 2017

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