Cultura e Spettacoli

A Čeljabinsk pensarono alla guerra nucleare

Alle 09:13 di dieci anni fa la popolazione di Čeljabinsk, città capoluogo dell’omonima oblast alle pendici orientali degli Urali, viveva il momento più drammatico della sua storia: Una terrificante esplosione prodottasi in cielo liberava un’energia pari a circa 500 chilotoni (un chilotone equivale alla potenza sprigionata dall’esplosione di mille tonnellate di tritolo). Il conseguente spostamento d’aria distruggeva 200.000 m² di finestre mandando all’ospedale un migliaio di abitanti. Sulle prime si pensò ad un attacco missilistico USA, poi corse voce che ad esplodere era stato un missile russo partito da una vicina base… Infine si fece strada la verità : Un meteroide di circa 15 metri di diametro e dalla massa di 10.000 tonnellate aveva penetrato  l’atmosfera alla velocità di 54 000 km/h frantumandosi ad un’altitudine compresa tra i 30 e 50 km dal suolo. Data l’enorme velocità orizzontale dell’oggetto al momento della frammentazione, salvo pochissime e ridottissime schegge, nulla piovve dal cielo sul centro urbano. La pioggia meteorica si produsse invece a circa 80 km a nordest, presso la città di Zlatoust, e all’altezza del lago Čebarkul’, sul cui fondo anni dopo fu ripescato un frammento di 570 kg di peso. Gli impatti produssero un leggero sisma che raggiunse Čeljabinsk due minuti dopo. Nella stessa giornata furono segnalati altri due meteoroidi precipitati : uno su Cuba, presso la località di Cienfuegos e l’altro su Los Angeles. I tre eventi risollevarono il tema della sicurezza spaziale attraverso la creazione di un programma internazionale di prevenzione (il programma prevedrebbe il lancio di missili a testata nucleare capaci di superare l’atmosfera per esplodere nelle immediate vicinanze del corpo celeste in avvicinamento e deviarne la rotta ; diversamente, centrare l’obiettivo e disintegrarlo scatenerebbe sul nostro pianeta una rovinosa pioggia meteorica). Il meteroide di Čeljabinsk, abbiamo visto, non procurò morti, ma cosa sarebbe accaduto se esso fosse esploso in prossimità della vicina ed allora attiva centrale nucleare di Majak ? Questa ‘città chiusa’ ospitava dal 1948 un impianto per la produzione di materiale nucleare (soprattutto plutonio) destinato alla fabbricazione di bombe atomiche attraverso il riprocessamento del combustibile proveniente da reattori nucleari. Un impianto non particolarmente fortunato dal momento che il territorio di Majak risulta essere tra i siti maggiormente contaminati dalla radioattività al mondo. Dalla sua entrata in funzione, tre sono stati gli incidenti : Tra il 1949 e il 1956 materiali radioattivi vennero scelleratamente scaricati nel fiume Techa. Il 29 settembre 1957 si registrò un’impressionante fuga di radionuclidi. Nel 1967dopo un lungo periodo di siccità, il livello del lago Karačaj diminuì drasticamente, esponendo all’aria i sedimenti radioattivi che erano stati precedentemente scaricati sul suo fondo. Il vento sollevò la polvere dei sedimenti e la diffuse su un’area di 2700 km². Oggi sul fondo del lago sono stati calati blocchi di cemento per evitare il ripetersi del disastro.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 15 Febbraio 2023

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