Cultura e Spettacoli

Actor Studio, ennesimo passo avanti

Sabato scorso, nei locali del Nuovo Abeliano, è stata inaugurata una seconda sala da cinquanta posti

In una Bari che mette a rischio la sopravvivenza di alcuni teatri, che ne chiude altri, che nega il ritorno in funzione del Santalucia e che non ha mai considerato il ripristino di sale storiche come l’Oriente e il Margherita, fa piacere registrare la nascita di un nuovo spazio. Letteralmente partorito dal Nuovo Abeliano, – complice un fausto finanziamento regionale di 300mila euro – l’Actor Studio ne occupa le ‘visceri’, ovvero l’enorme sotterraneo che si allarga sotto la struttura di via Padre Kolbe (a suo tempo un rudere di proprietà dell’adiacente parrocchia Della Resurrezione ridisegnato dall’architetto Luca Ruzza). In un’atmosfera underground, quel clima tanto caro a Vito Signorile che proprio nella cultura della beat generation si formò, l’Actor Studio si appresta ad ospitare monologhi, masterclass, letture drammatizzate, presentazioni di libri e tanto altro. Questa sala da cinquanta posti si affianca ad una quantità di ambienti di differenti dimensioni, tra cui spicca il Dancer Studio. Quest’ultima sala, pensata per l’arte coreutica, sorpresa nella sorpresa, sarà la seconda casa dell’Accademia dello Spettacolo Unika. Insomma, nel giro di tredici anni, tanti ne sono passati dal giorno dell’inaugurazione del Nuovo Abeliano, il bistrattato quartiere Japigia é passato dalla disponibilità di un grande teatro alla disponibilità addirittura di un multiteatro. Anche così si fa crescere un territorio, anche questa è la funzione del teatro. Palpabile l’emozione di Vito Signorile al momento dell’inaugurazione, avvenuta sabato scorso alla presenza di autorità, amici e un folto pubblico, ma senza il fasto di nastri o torte tagliate (è bastato un sobrio brindisi). L’orgoglio per quest’altro traguardo tagliato dal maturo teatrante barese non gli ha fatto smarrire la memoria di valori umani e professionali oggi in via d’estinzione. Di qui la necessità di scoccare strali all’indirizzo di “infiltrati – nel mondo del teatro (n.d.r.) – che lo feriscono e lo offendono” arrecando “calamità” ai “veri teatranti”, ovvero quei “guerrieri che si oppongono alle avversità, alle ipocrisie e alla slealtà, testardi come i muli di montagna… cultori della stretta di mano, delle emozioni antiche, del bicchiere di vino e del raggio di luna da condividere”. Per un poco Signorile è andato avanti parlando ancora di “peripezie” e di “un periodo di grande difficoltà”, prima di cambiare registro (era giorno festa, sabato) per dirsi fiero del proprio percorso, ricordarne le tappe più appassionanti, esprimere gratitudine verso i tanti compagni di strada e tornare a sognare. E a proposito di sogni Vito Signorile ha concluso citando la frase che un giovanissimo allievo di uno dei tanti progetti laboratoriali dell’Abeliano, ormai uomo e attore, gli ha dedicato regalandogli il testo di un testo teatrale in dialetto barese : “Il sogno smette di essere miraggio se nel viaggio la paura si fa coraggio”.

Italo Interesse


Pubblicato il 15 Marzo 2023

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio