Cultura e Spettacoli

Alda, più donna che poesia

Raccontare una poetessa senza citarne un verso. Anche questa si chiama originalità. Una trovata che non sarebbe spiaciuta ad Alda Merini. ‘ALDA nell’intimità dei misteri del mondo’ è omaggio tutto rosa reso alla poetessa dei Navigli da parte di Caterina Firinu, Maria Elena Germinario e Teodora Mastrototaro (nel titolo vengono riprese le parole della targa commemorativa posta sulla casa dove la Merini visse). Lo spettacolo è andato in scena domenica scorsa al Piccolo Teatro di Bari Eugenio D’Attoma in apertura di ‘Piccoli Universi’, una rassegna organizzata dal Piccolo con la compagnia  Acasă, per la direzione artistica di Valeria Simone e Marialuisa Longo. Meritatamente calda l’accoglienza della platea per l’ultima produzione Marluna Teatro. Nella appassionata drammaturgia della Mastrototaro l’agitazione di Alda allora che tardivamente le sovviene d’essere attesa da qualche parte per una cerimonia in cui le verrà assegnato un premio, diviene lo spunto per il lungo, riservatissimo soliloquio di una donna osservata come attraverso il buco della serratura. Il vasto tappeto verbale che così si srotola consente di strappare al buio alcuni (non tutti) dei tanti angoli ancora oscuri della personalità della Merini. Anche in questi termini potrebbero trovare spiegazione l’egemonia del bianco e il peso del disegno luci (a firma del bravo Gianluigi Carbonara) che distinguono questo allestimento. In sintesi, ‘Alda, nell’intimità dei misteri del mondo‘ esprime un prepotente bisogno di luce e verità. Diretta con molta fantasia da Caterina Firinu, Maria Elena Germinario è una convincente Alda Merini, discinta e vanitosa, erotica e persino un po’ ‘pantera’, che gongola dinanzi ad un immaginario specchio, compiaciuta dell’imperfezione della propria bellezza. Una donna anche irrequieta che non sa stare ferma all’interno d’un mondo interiore felicemente rappresentato da uno spazio scenico di forma quadra, irrorato da un’opalescenza che seduce. Tale lattiginosa condizione di luce in taluni momenti sa di trip e di mondi ‘paralleli’. Questo distacco dalla realtà – aperto riferimento ai lunghi giorni d’internamento nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano – è ben enfatizzato quando il disegno sonoro di Daniele Vergni apre squarci grotteschi e allucinati. Nel torrente delle parole  affluiscono ricordi, rimpianti e altre confessioni sino a completare il potente ritratto di una donna troppo spesso messa in ombra dalla poetessa (o dalla poeta, come oggi si comincia a sentire). – Prossimo appuntamento di rassegna, domenica 24 novembre alle 18:00 con ‘Un Amleto’ (regia di Roberto Petruzzelli).

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Ottobre 2019

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