Cronaca

La rabbia degli studenti: “Il numero chiuso va abrogato!”

Non c’è pace sulle prove per l’ammissione alle facoltà ancora a numero chiuso, anche all’Università di Bari. La giornata dei test di Medicina e Chirurgia, infatti, s’è aperta tra le proteste degli studenti, impegnati ancora una volta a chiedere l’eliminazione del numero chiuso. Agli ingressi dell’università, tra le file dei candidati in attesa di sostenere la prova, la contestazione del Fronte della Gioventù Comunista con uno slogan a caratteri cubitali: “La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va abrogato”. E c’è poco da aggiungere, visto e considerato che la pandemia di COVID-19 ha mostrato nei fatti e dati alla mano le conseguenze disastrose dei tagli e della privatizzazione nella sanità. Durante l’emergenza la mancanza di personale ha costretto i medici a sforzi incredibili in reparti al collasso. Nonostante questo la selezione con i test di ingresso per medicina e professioni sanitarie non viene messa in discussione: quest’anno 66mila candidati competeranno per poco più di 13mila posti, e tantissimi altri tenteranno quello per professioni sanitarie il prossimo 8 settembre. E all’orizzonte c’è la stessa ecatombe in facoltà altrettanto impegnative che hanno visto la rinuncia a diventare medico o chirurgo di giovani capaci e valorosi, causa test che si presentano ancora come quiz guidati dalla dea bendata. Il governo crede davvero che aggiungendo 5mila posti solo per quest’anno, si risolverà il problema di un Servizio Sanitario Nazionale oramai al collasso? I lavoratori della sanità in questi mesi hanno sostenuto il peso di anni di tagli e le carenze di organico moltiplicando i turni e la fatica. Prima tutti li hanno chiamati eroi, ma oggi il sistema del numero chiuso resta in piedi. Non si tratta di cento o mille posti in più, ma di eliminare questa selezione di classe e salvare davvero il SSN», spiega Lorenzo Lang, segretario generale del FGC. Ma andiamo avanti. «Da tempo si denuncia la mancanza di almeno 50mila infermieri e di decine di migliaia di medici, tagli sistematici al SSN e sostegno alle cliniche private che lucrano sulla salute e di fronte al virus hanno fatto finta di niente. Proprio il numero chiuso per la facoltà di medicina è una di quelle misure che hanno distrutto la sanità pubblica, tagliando il numero di lavoratori in corsia per favorire la speculazione sulla salute della popolazione intera. Il disastro di questi mesi ci ha dimostrato che serve una sanità davvero pubblica, gratuita e accessibile a tutti». La Regione Puglia, per tutta risposta, alla vigilia delle elezioni regionali ha garantito prove, selezioni e concorsi per assumere valanghe di infermieri e operatori socio-sanitari da inviare senza indugio nelle corsie sguarnite dei nostri ospedali…come volevasi dimostrare.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 4 Settembre 2020

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