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Parco della Giustizia: anche il Consiglio dice sì, ma c’è ancora un ricorso

I consiglieri votano il parere positivo in conferenza di servizi nonostante gli appelli di cittadini e comitati

Nonostante appelli e missive accorate dei cittadini e dei comitati a difesa del verde al quartiere Carrassi, lunedì pomeriggio il Consiglio Comunale di Bari ha votato compatto, dando all’unanimità il parere positivo da portare in conferenza dei servizi sul ‘Parco della Giustizia’ a Bari. L’approvazione del progetto, infatti, costituisce anche variante al piano regolatore nell’area occupata dalle ex caserme ‘Capozzi’ e ‘Milano’ che, come ha spiegato nel suo intervento dell’altro ieri pomeriggio nell’Aula ‘Enrico Dalfino’ il sindaco/assessore all’urbanistica Antonio Decaro, sarà in parte adibita a servizi a carattere regionale per uffici giudiziari e in parte – quella a ridosso di parco 2 giugno – a verde pubblico di quartiere, aperto al pubblico. Il voto all’unanimità, però, non ha evitato momenti di tensione durante la seduta consigliare, col sindaco Decaro che ha sventolato e letto – alzando la voce in particolare contro il progetto ‘Cittadella della Giustizia’ e contro il predominio dei privati per trent’anni a Bari – alcuni estratti dagli atti legali del Comitato per il ‘Parco Verde’ innanzi al Tar/Puglia. Molti cittadini erano presenti in aula e, nonostante i tentativi di zittirli del Presidente del Consiglio Cavone, hanno interloquito spesso col primo cittadino e infine, al momento del voto, gridato contro i consiglieri comunali. Decaro nel corso del suo intervento a difesa del progetto per la sede unica della giustizia all’interno dell’ex area militare, tra le altre cose, ha precisato di aver mantenuto la delega assessorile all’urbanistica per il rifiutato opposto da una docente universitaria da lui stesso interpellata. Rassicurando a lungo i consiglieri, in ogni caso, sulla bontà del progetto dell’Agenzia del Demanio che, rappresentando lo Stato, ha sollevato per legge gli enti comunali, appesantiti da altri problemi e, soprattutto, dalla carenza di risorse economiche (…il Comune di Bari sta ancora recuperando le somme anticipate per conto del Ministero della Giustizia negli ultimi vent’anni) dall’occuparsi di edilizia giudiziaria. Peccato che lo stesso primo cittadino non abbia risposto a chi, sempre in aula, gli aveva chiesto che fine faranno i pini di pregio all’interno dell’ex area militare. Insomma, da oltre una dozzina d’anni il Corpo dei Carabinieri ha traslocato da quelle caserme all’estrema periferia nord della Città, ma il Sindaco di Bari l’altro ieri in aula ha spiegato che la ‘Milano’ e la ‘Capozzi’ certamente sarebbero rimaste in stato di abbandono, se non ci fosse stato, appunto, quel progetto di recupero urbanistico avvallato adesso anche dai rappresentanti dei cittadini, per la sede della giustizia. All’interno d’un parco, come confermato da quest’ultima variante al Prg, dall’enorme volumetria (oltre 500mila mc) che, altrettanto certamente, comporterà pesanti ripercussioni sulle condizioni di vivibilità, traffico e inquinamento di Carrassi, a pregiudizio della salute dei cittadini baresi. Tutto meglio specificato e descritto nelle missive che i consiglieri comunali baresi avevano ricevuto – …e bellamente ignorato – alla vigilia della seduta consigliare del 3 aprile. Lettere riguardanti una grande struttura giudiziaria che verrà posta al servizio dell’intero Distretto della Corte d’Appello di Bari, comprendente ben tre province (Bari, Foggia e Barletta-Andria-Trani) e che i rappresentanti dei comitati sperano ancora di fermare appigliandosi all’ultimo ricorso presentato dinanzi al Consiglio di Stato, grado estremo di giudizio amministrativo… ‘spes ultima dea’.

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Aprile 2023

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