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Polito:“A fine stagione salveremo la categoria, ora remiamo uniti”

Il direttore biancorosso, un fiume in piena, ha chiesto unità e raccontato che vive Bari come se fosse un suo figlio e darà il massimo per centrare l’obiettivo

Si ritorna in campo dopo la sconfitta subita domenica scorsa, il Bari questo pomeriggio al San Nicola dovrà affrontare alle ore 16.15 in occasione della trentesima giornata di campionato la Sampdoria, ex squadra con la quale Beppe Iachini vinse un campionato debuttando proprio contro i pugliesi che oggi allena. Tuttavia, a metterci la faccia, come ha fatto anche nel passato ieri in conferenza stampa si è presentato il diesse Ciro Polito; “Ci sono io perché domani (oggi, ndr) affrontiamo una partita particolare, importante. Non possiamo nascondere che sia un momento delicato. Secondo me bisogna tutti insieme ritrovare le forze e compattarci bene, perché sappiamo che la classifica non è felicissima. Un pizzico di sana competizione serve per alzare l’attenzione dei calciatori. Ma non la negatività. In questi momenti bisogna dare un messaggio alla città che ha sempre dato grande supporto alla squadra. Mi sento come un genitore, tutti diamo un’educazione ai figli. Alcuni figli escono in un modo, altri vanno per la loro strada. Un genitore cosa fa, lo abbandona? No, anzi, forse gli dà maggiore attenzione e cerca di stargli ancora più vicino. Cosa voglio dire, che il Bari è figlio di questa città, questi colori li avete attaccati addosso. Anche io mi sento in parte legato alla città. Questo non è un Bari nato fortunato, non è quello che ci saremmo aspettati”. Un senso di appartenenza e legame forte che deve tenere tutti uniti in questo dato momento che attraversa il Galletto: “È un Bari che oggi è in difficoltà. E che facciamo, lo abbandoniamo nel momento di difficoltà. Secondo me proprio no, perché il barese che vive per questi colori anche se non è felicissimo ora deve aumentare le proprie forze. Noi e voi insieme. Intanto per salvaguardare il patrimonio della città, che è la categoria. Poi dopo vedremo alla fine, sarà tempo di processi. Ci prenderemo le responsabilità. In questi momenti dico uniamoci di più, perché tifare per una squadra che vince sempre è più facile. Anche per me. Quest’anno è stato diverso, ma mi ha fatto aumentare le forze. Vi posso garantire che non dormo la notte per trovare soluzioni sul mio operato. “Cantare e tifare fino all’ultimo respiro”, diceva uno striscione della Sampdoria nell’ultima partita. Questo dobbiamo fare”. La partita con la Samp, può rappresentare un bivio: “Siamo a mezz’aria, ma dobbiamo pensare a chi è dietro, questo alza l’attenzione. Insieme possiamo dobbiamo tirarci fuori”. Sul momento della squadra e cosa manca: “Bisogna aumentare le forze. Quando si vince si perdono applausi, quando si perde i fischi. L’impegno non manca. Le ultime tre trasferte sono coincise con tre sconfitte, ma non voglio accontentarmi dell’aggressività mostrata in alcuni frangenti, perché abbiamo fatto 0 punti. Domani bisogna fare una partita come a Catanzaro e a Venezia, ma portando a casa il risultato”. Sulla situazione di crisi, il diesse ha proseguito rispondendo ad una leggera provocazione: “Per me questo è un Bari forte. In B le squadre si formano nel gruppo. Oggi non è forte, ma non perché manchino i giocatori. A gennaio abbiamo preso una punta tra le più quotate, ma che non ha ancora reso. Puscas è un signor giocatore, ci sono tante altre partite. Ma i risultati non sono quelli che ci aspettavamo e non collimano con quello che ho pensato all’inizio. Penso che la squadra abbia sempre un valore importante. Bastano due tre partite per invertire la rotta. Se ci salveremo Polito sarà quello che non ha portato la squadra ai playoff”. Sulla sessione di mercato di gennaio: “Abbiamo sempre detto che si guarda sempre al bilancio. Non ha un euro di debito la società. Sono arrivato tre anni fa e ho dato un’identità, ho costruito patrimonio e quest’anno i risultati non sono arrivati”. Nessun dramma perche la squadra è comunque ancora in lotta: “Bisogna avere il sangue agli occhi, anche se non siamo partiti per questo obiettivo. Quando si vince è più semplice. Ripartire è dura. Oggi i risultati dicono che la squadra non sia forte, ma non perché non ci siano i calciatori e non siano legati. Può anche essere che la forza sia questa. Posso dirvi che lavorano bene, insieme, lottano, corrono, il mister è un martello continuo. Siamo ultimi per non aver raggiunto un risultato al 90esimo. C’è un pizzico di paura. Chi si accontenta non fa parte del mio modo di pensare. Noi dobbiamo fare la nostra parte e dimostrare di voler recuperare terreno. Potremmo divedere Diaw, Menez. C’è bisogno di tempo per averli al 100%”. Se si sente o meno in discussione il direttore ha risposto senza problemi: “Tutti i giorni. Ho sempre avuto carta bianca. In tre anni ho fatto più cose positive che negative. Posso andare via, lasciando una società sana e pulita, con giocatori giovani. Quando sono arrivato c’era ben poco. Sotto il mio operato lascio all’opinione pubblica. Sono sereno. Il piano triennale? I giocatori sotto contratto sono punti fermi della squadra. La squadra va puntellata ogni anno, ma nel caso cercheremo di avere i calciatori migliori e da lì si costruirà. Alla città devo dire e promettere poco. Bisogna fare i fatti. Se oggi non sono un idolo dipende dai risultati. Ci ho sempre la faccia, e non mi tirerò mai indietro”. Una battuta anche sui tre allenatori avvicendatisi: “Siamo partiti con un allenatore che ci aveva dato grandi risultati, poi Marino sul 4-3-3 ci ha fatto vedere qualcosa. Poi siamo andati su un allenatore che è un top come Iachini. Si possono fare diversi moduli. Ad oggi se la squadra non ha mai fatto il salto di qualità è un limite. Le chiacchiere stanno a zero”. Su Aramu ed alcuni mancati rinnovi come Frattali ed Antenucci, secondo miglior cannoniere della storia bi9ancorossa, Polito ha risposto: “Aramu non ha mai sgarrato di una virgola, scelte tecniche. Caprile portiere di spessore. Ha avuto un’opportunità. Gigi non l’avrei messo alla porta, ha voluto per sua scelta andare via. Come Valerio di Cesare starà qui con noi, quando smetterà. Mirco aveva dato l’ok per restare. Poi dopo ha avuto un’occasione per essere attore principale, ma non perché non lo fosse a Bari. Non ho rimorsi. Sibilli? Uno di quei giocatori che per fortuna che l’abbiamo preso, come Matino”. Una battuta anche sui pochi gol realizzati dalla truppa biancorossa: “Se i gol sono divisi tra attaccanti, mezzali, seconde punte, i punti li fai. Quello che manca alla squadra è un dato oggettivo: sono i calci da fermo. Abbiamo fatto pochissimi gol così. I dettagli non riusciamo a portarli dalla nostra parte. Tiriamo poco in porta. L’allenatore sta forzando per portare più giocatori in area. Il mister vuole un calcio aggressivo. Non abbiamo il Cheddira di turno, vuole una squadra corta in avanti per poi essere aggressivi. Bisogna rischiare per ottenere qualcosa”. Chiosa finale sulle motivazioni: “Che io ci creda non è in discussione, ho una voglia matta. La mia forza è maggiorata, mi senti in debito, ho fatto tutte le scelte Siamo essere umani e non tutte le ciambelle escono con il buco io non mollo una virgola, e cercherà fino all’ultimo di raggiungere gli obiettivi”. (Ph. Tess Lapedota).

 

M.I.

 


Pubblicato il 16 Marzo 2024

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