Pane e quotidiano con Vittorio Lingiardi (III parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
«La parola poetica è una parola “scelta” – dice Vittorio Lingiardi – un tentativo, forse l’ultimo, di dare un senso alle cose, di ricomporle grazie a una “disciplina creativa”, che solo apparentemente è un ossimoro. È il luogo dove sto meglio, dove il disordine si arresta. Anche se per arrivarci bisogna aver patito, perché la poesia si nutre di malinconia…»Una caratteristica del poetare di Lingiardi è la brevità per cui la poesia lirica, piuttosto contenuta nella sua estensione, riesce a concentrare maggiormente la sua forza espressiva. La forma breve è presente anche nella sua seconda raccolta: Alterazioni del ritmo, un’autobiografia in versi che rivelano l’autore e hanno l’asciuttezza, la concisione e l’efficacia di “aforismi amorosi”. I versi di Lingiardi richiamano Caproni, ma soprattutto i lirici greci.
Isfahan
Isfahan
il cielo è basso
spenta la luna
l’odore è di freddo
e pane.
Isfahan dove si spezza il cavo
manca la luce
la corsa è di lepre
ma muore.
Isfahan
anche l’amore è un pascolo
stretta di mano
scavalcami le palpebre
ho paura.
Teheran
è il giorno delle nozze
porta il velo
girati e sorridi
al mistero.
da Alterazioni del ritmo
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
#poesia#mariapialatorre
Pubblicato il 3 Maggio 2024