Cultura e Spettacoli

L’Emilia Romagna da Giuseppe Dozza a Stefano Bonaccini

Calo affluenza ? Un fatto secondario…Il fatto che non ci sia stata una grande affluenza è un elemento che deve preoccupare e far riflettere ma che è secondario perché checché se ne dica non tutti hanno perso…Il mio partito ha vinto 5 a 0. Oggi una qualsiasi persona normale dovrebbe essere felice. Il risultato è molto importante in Emilia Romagna e in Calabria”. La bandiera che la “sinistra” aveva per tutta la storia repubblicana tenuta, fieramente, innalzata in emilia – romagna nelle ultime elezioni regionali, forse, è stata, definitivamente, ammainata. Il 37,67 degli aventi diritto al voto s’è recato alle urne, meno della metà degli elettori, tanto da determinare  la crisi di una forma originale, inimitabile di consentire a un progetto politico, alla strategia di una forza politica. Per spiegare tanto evento alcuni politologi nostrani hanno addossato la responsabilità ai cosiddetti ”corpi intermedi”: le cooperative, i sindacati, il partito di stampo tradizionale che animavano, vivificavano, irrobustivano, integravano la società emiliana e non solo. L’autocrate renzi, non “in pectore”, “sed” nei fatti, avrebbe operato quella che i politologi, di cui sopra s’è Detto, hanno chiamato “disintermediazione”, cioè il “baypassare” i corpi intermedi, rivolgendosi, direttamente, al popolo (o alla plebe ? Ai nostri 25 Lettori la risposta ai nostri angosciosi Dubbi); di qui l’ irritazione di essi, sì da scoraggiare nei loro adepti, associati il Piacere di essere Elettori Attivi e, quindi, l’ Esercizio della Sovranità Popolare, dalla Costituzione Italiana Sancita. Comunque, l’astensione dal voto ha toccato picchi di gravità assoluta, ché c’è da chiedersi a quale livello di rappresentatività popolare possano aspirare i due “carneade” che sono stati eletti in emilia – romagna e in calabria, se il 49 % di bonaccini e l’oltre il 60 %  di oliviero devono essere contestualizzati nel 37, 67 %  dei votanti in emilia-romagna e nel 40% dei votanti in calabria ? “Igitur”, sia in emilia – romagna, che in calabria lo scandaloso astensionismo non è stato un agire politico degli emiliani e dei calabresi neutro, ché in Democrazia, Regime, fortemente, “liquido”, in quanto i cittadini scelgono come, quando farsi rappresentare, i gradi di libertà nel dare concretezza al loro sovrano potere, si può elargire  il consenso o negarlo agli aspiranti “ghe pensi mi” con la crocetta su una scheda o andando a sciare, se ci riferiamo alla stagione in corso. Amava ripetere winston churchil: “E stato detto che la democrazia è la peggiore forma di governo ad eccezione di tutte le altre forme che sono state sperimentate di volta in volta”. La singolarità politica dell’emilia – romagna sta nel fatto che, come in passato, giammai, poté separare il  suo destino dal pci, così, ancora oggi, non può separarlo dal pd, sia pure figlio degenere del pci che, pure,”invitus”, malvolentieri, per forza maggiore,  non può non avergli lasciato in eredità ”la sua presenza capillare sul territorio, la sua ramificazione sociale nelle associazioni, nei sindacati, nelle cooperative”. “Igitur”, l’astensionismo è stato un forte botto di rifiuto da parte della numerosa, mai doma, componente del pci emiliano nei confronti della schizoide presenza di renzi e dei suoi proconsoli e amazzoni sulla scena politica italiettina e della inequivocabile sterzata a destra, da lui sponsorizzata, del pd, il più forte partito italiettino. Da Giuseppe Dozza a stefano bonaccini, figura anemica di rosso, come il suo romano attuale  punto di riferimento, ché bersani a cavallo, era stato bersaniano e chi sa cos’altro, ancora, sarà, se il vento favorevole al putto fiorentino dovesse cambiare.  Egli sarà il nuovo governatore della regione emilia – romagna, pur sfiorato dal reato di aver sperperato fondi statali, destinati al finanziamento della politica, in regali, viaggi, cene luculliane; pur percepito dagli astensionisti infognato in un blocco indistinto di “posatori di deretani”, appartenenti a tutti i partiti, sugli scranni della regione emilia – romagna che avevano tradito il patto di fiducia con i Cittadini Elettori. Ecco, il “vaffa” degli astensionisti a tutti i partiti, al premier e ai, diversamente, da lui colorati solo nella ufficialità della lotta per la spartizione delle seggiole regionali. Un anonimo Lettore del “corriere della sera” online ha, così, Commentato le reiterate, idiote (“idiotes” in greco significa uomo privato, chiuso in se stesso e nei suoi meschini progetti, in contrapposizione  a Uomo, autenticamente, Pubblico) manifestazioni di gioia di renzi per essersi accaparrate 5 regioni: ”Io leggo:’abbiamo vinto, grugnisce renzi, me ne frega niente”, del calo del viatico popolare alle urne; del fatto che nell’italietta, diciamo NOI, sono in aumento gli ultrascettici sulla volontà, sulla capacità di molti mediocri attori in politica di cambiare le cose nell’Interesse Generale, per il Bene Comune. Abbiamo, poco sopra, Citato Giuseppe Dozza. Egli ebbe la Fascia di Sindaco di Bologna dal generale inglese hume nella primavera del 1945 e Lasciò la Carica di Primo Cittadino al Compagno nel pci Guido Fanti, dopo che gli Elettori Bolognesi Gli avevano Confermato la Fiducia in ben 5 Elezioni Amministrative consecutive, Raccogliendo anche il Voto di Elettori, ideologicamente, distanti dal suo partito. Così, dopo 21 anni, Finiva la lunga Era di un Grande Sindaco, Uomo Onesto, Amministratore Integerrimo e Capace, Artefice di un’Isola Felice che sarà il Modello (e, forse, lo è tuttora) di Buona Amministrazione. In emilia – romagna, chiuse le urne, al termine degli scrutini, si è, sempre, andati alla ricerca non di chi avesse vinto o perso,”sed” dato di affollamento alle urne, ché andare a votare era sentito oltre che come un Dovere Civico, Imperativo Etico, un Comandamento Religioso. Votare per il pci e dopo per il pd era, quasi, un Dogma. In un certo senso, nell’ultima tornata elettorale si è avuto, scaturito da una maggiore Razionalità Politica, un processo, dal alcuni politologi chiamato di “laicizzazione” del votante di sinistra, causato dal trauma del “patto del nazareno”: il segretario del pd, matteo renzi, poi divenuto presidente del consiglio, s’incontra, alla maniera dei carbonari, con berlusconi, il maggiore responsabile del ventennale disastro economico, etico, politico, culturale della nazione italiettina, dal quale, forse,  giammai, ci risolleveremo, e insieme stilano e calendarizzano una serie di pseudoriforme, che in realtà si rivelano una “miscellanea” di “do ut des” ché il pregiudicato di arcore conservi senza troppi sussulti ispettivi da parte della magistratura e della guardia di finanza il malloppo delle sue aziende e il conterraneo del Divino, in nulla pari al Divino, sia agevolato al personale rafforzamento del potere, che s’è preso “col gesso”, Direbbe Machiavelli. Per cui, grazie alle  idiozie dette e fatte da renzi, il votante emiliano di sinistra, ieri, dogmaticamente, pendente dalla bocca dei dirigenti del suo partito, oggi, non dà più niente per scontato: ha valutato l’offerta politica di renzi; il quoziente intellettivo e intellettuale del candidato, da lui proposto a guidare la regione; ha misurato il grado di delusione che gli amministratori e i consiglieri regionali del pd gli hanno inferto con lo sperpero per uso, miserabilmente, micragnosamente, personale del denaro pubblico; non ha votato contro il pd, ma con altri 700 mila elettori ha disertato l’urna. Ecco, spiegato il processo di laicizzazione del votante emiliano di sinistra, la cui partecipazione al voto in passato si è attestata sino ai vertici del 96, 6 %. Inoltre, renzi ha mostrato, nella sua inarrestabile megalomania (i nostri 25 Lettori hanno notato che, quando incede, ci fa riandare al predappiano: a passo di carica e inappuntabile petto in fuori ?) ha mostrato una miopia politica non giustificabile. Infatti, come si fa in tema di Lavoro a disattendere gli Art. 1 e 3 della Costituzione nostra e, quindi, a mettersi, sì da farsi terenziano punitore di se stesso, contro la “cgil” della camusso, che solo in emilia -romagna conta ben 800 mila iscritti ? Se ci rifacciamo a quanti voti il pd ha perso in emilia – romagna (700 mila), lo zampino della segretaria generale del sindacato di sinistra non può essere passato sotto silenzio. Idiotamente, come fa renzi, non si può dire che la mancata partecipazione degli emiliani  al voto sia un problema secondario ché il Voto è il Presupposto Fondante della Democrazia, tra l’altro, insito nell’etimologia del Nome: “Demos” e “Kratìa”. Non c’è bisogno dell’analisi del sangue per capire che renzi è il sostituto, anche d’imposte, di berlusconi: basta porre mente a ciò che dice e fa, i compagni di merenda che si sceglie, che privilegia: i padroni, non i sempre più schiavi, dal momento che la tutela dei lavoratori è vieppiù messa in discussione dalla riforma del lavoro di renzi e poletti che non tiene conto del fatto che sulla Sicurezza del Lavoro Si Fonda la Stabilità di una Società Felice. Quale che sia l’alea del mercato, i suoi ondeggiamenti non si può, assolutamente, immaginare, pensare che, in caso di contingenze negative, i padroni di qualsiasi intrapresa possano proclamare: ”la  festa è finita”(com’era solito borbottare gianni agnelli) e far pagare le negatività, gli errori, le ruberie della massoneria finanziaria globale a coloro che dal lavoro traggono una dignitosa sopravvivenza. Al netto della cattiva poesia con cui renzi e poletti coprono le loro bugie, l’abolizione dell’Art. 18 dello “Statuto dei Lavoratori” a tanto s’indirizza. Paul Fitoussi Denuncia che nell’eurozona si possono cambiare i governi (da venti anni nell’italietta: berlusconi, prodi, d’alema, monti, letta, renzi) ma non la politica: come i suoi predecessori renzi è il cane di compagnia della cancelliera tedesca in economia, della quale si decide a bruxelles su ispirazione di berlino, e in politica estera dell’inquilino provvisorio della “casa bianca”. Da ciò l’accresciuto disinteresse degli italiettini per l’urna nella quale si sceglie per una democrazia formale, non sostanziale; per una democrazia mutilata dal fatto che i destini della nostra nazione si deliberano non nei nostri “palazzi”, ove facciamo fare la vita da nababbi a una miriade di “fidi” che si sa, giammai, saranno fedeli al popolo italiettino. Dall’inizio di questo nostro Scritto abbiamo Parlato di sinistra. Ma cos’è la sinistra, cosa significa essere di sinistra ? Per parafrasare Norberto Bobbio una Politica di Sinistra Mira, come Assevera l’Art. 3 della nostra Costituzione, a Rimuovere gli ostacoli che rendono gli uomini, irrimediabilmente, meno uguali tra loro. Sin dall’antichità, continua Bobbio in “Uguaglianza stella polare”, s’è pensato che il maggiore ostacolo all’uguaglianza tra gli uomini fosse “il terribile diritto” della proprietà individuale e, quindi, l’aspirazione antica dell’autentica Sinistra è stata la Collettivizzazione, soprattutto, dei mezzi di produzione. Rousseau  S’Interroga sull’origine della disuguaglianza tra gli uomini e Conclude che essa ha avuto inizio quando il primo uomo ha recintato il suo podere e ha dichiarato: ”questo è mio”. Allora, la Sinistra Ideale, come la Repubblica Ideale, non esistono e non esisteranno in nessun luogo. Esse, come Lamentava  ne “La Repubblica” di Platone Glaucone a Socrate, erano vere, sono vere, saranno vere solo “nei nostri discorsi”. Egoista, individualista (tal è educato nella famiglia che nel suo dna gli inculca l’inabilità alla esteriorizzazione verso l’altro), anche, l’uomo che non ha: lotta per avere, sia pure in minima parte, ciò che i pochi sul pianeta hanno in quantità oscena e, quando ha qualcosa, quando con le sue lotte conquista un po’ di prestigio in conseguenza dell’avere qualcosa, pretende, improvvisamente, di appartenere al “popolo dei signori”. NOI non Ci siamo, mai, fidati, specialmente, dei cipputi (comunisti durante le 8 ore lavorative, democristiani a pranzo, fascisti a letto), interiormente, inquinati, consapevolmente o non, dal “mos” elaborato dagli “optimates” per irreggimentarli, schierandoli contro l’Apparire di qualsiasi Diversità e, oggi, loro e la loro prole dai disvalori consumistici propalati dai tubi catodici berlusconiani. Latinamente, non possiamo più credere alla chimera della “Sinistra”, dai sinistri sbandierata, illuminando del loro essere al mondo, dei loro propositi, delle loro speranze solo ciò che a loro conviene e oscurando ciò che, gratta gratta, li fa “simillimi” a chi, “apertis verbis”, bisogna riconoscerlo, come il salvini, dice che lo stivale appartiene agli italiettini; che bisogna cacciare dalla “sua patria” la folla di coloro che si sono salvati dai naufragi nel mediterraneo, scappando dalla fame, dalla guerra, dalla disperazione. Jean Paul Fitoussi, il Mentore della Battaglia contro l’austerità nell’eurozona, ha Elaborato il “Teorema del lampione”: Un tizio cercava le chiavi sotto un lampione, non perché le aveva perse lì, ma perché quello era l’unico punto illuminato della strada. Noi non cercheremo, mai, la “Sinistra” là dove la Storia ha Decretato che in quel tempo, in quello spazio, in quegli uomini, fosse, veramente, il Sole dell’Avvenire, o Si stagliasse l’Uomo Nuovo. Cosa congetturare, a maggior Ragione, di un piccolissimo, qual è renzi, che pretende d’essere “novus” e di  poter venire a capo degli annosi problemi dell’italietta costretta, “hodie”, tra squali quali la merkel e obama ? “Novus”, sì, ma alla maniera di cicerone, dei suoi complici, dei suoi accoliti, dei suoi scagnozzi!

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it


Pubblicato il 2 Dicembre 2014

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