Pane e quotidiano con Maurizio Cucchi (IV parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
Gli anni ’90 segnano un momento di profonda svolta per la poesia di Maurizio Cucchi. A seguito di un’intervista, il poeta riceve la telefonata della figlia di un commilitone di suo padre Luigi, che gli rivela la verità. Così scopre che il padre non è “disperso” (titolo della prima raccolta), ma nel 1957 è morto per sua stessa volontà a Uggiate-Trevano. Alla prima silloge Il disperso pubblicata nel 1976 con introduzione di Giovanni Giudici, erano intanto seguite numerose raccolte poetiche l’ultima delle quali uscirà nel 2019 con il titolo di Sindrome del distacco e tregua.Pur restando fedele a una scrittura influenzata dal dettato poetico, Cucchi ha scritto lavori teatrali e romanzi e ha anche praticato la prosa poetica e quella documentaria con esiti fortemente innovativi.
La poesia ha parole pesanti
che in queste strane pagine
sembrano mobili e leggere.
Viaggiano quasi imprendibili,
cangianti, e disorientano
la nostra vecchia mente di carta.
Chissà se in questa luccicante
casa in affitto
troveranno dimora stabile,
amica, e dunque vita
che si rinnova autentica.
Credo di sì, perché la poesia
chiede di spargersi e andare
lieve e piana nel mondo,
che forse non lo sa
però la sta aspettando.
(da Sindrome del distacco e tregua)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 27 Aprile 2024