Cultura e Spettacoli

A Baghec Qapa parte dei baresi in fuga

Dopo la conquista normanna, Bari, insieme ad altre città, si ribellò ai nuovi padroni rimpiangendo quelli vecchi (i bizantini). La repressione di Guglielmo I fu feroce. Il 28 maggio del 1156 lo spietato condottiero faceva ingresso in città. Insensibile alle suppliche dei baresi che invocavano clemenza per essersi schierati col nemico, Guglielmo (poi detto Il Malo) diede loro due giorni di tempo per raccogliere le proprie cose, ‘ché la città doveva essere rasa al suolo. Non restava che obbedire. A rimanere furono solo pochi pescatori, i sacerdoti della Basilica e del Duomo e le suore Benedettine rifugiatesi nella chiesa di Santa Scolastica, unici tre edifici risparmiati. E gli altri ? La maggior parte cercò scampo nei vicini centri abitati, facendo ritorno fra le rovine delle loro case solo dieci anni dopo, quando sul trono di Sicilia a Guglielmo I successe il più mite e illuminato Guglielmo II, detto poi in contrapposizione Il Buono. E’ molto probabile che parte dei baresi fuggiti non abbia fatto ritorno, ricominciando una nuova vita anche lontanissimo. In un passo del suo ‘Storia di Bari’ Giulio Petroni ‘getta’ lì che molti baresi di origine greca migrarono o sulle coste balcaniche o nei dintorni di Costantinopoli, dove avrebbero dato vita ad una nuova città. In assenza di fonti, Vito Masellis, puntiglioso indagatore della storia di Bari, bolla la cosa come “leggendaria”. E’ invece più ragionevole che filo-greci abbiano cercato scampo nel più vicino luogo ancora in mano a Bisanzio: Antivari (il porto montenegrino è il più vicino approdo sull’opposta sponda adriatica, distando da Bari solo 115 miglia nautiche). Quanto all’ipotesi Costantinopoli, nessuna evidenza archeologica nei dintorni della megalopoli sembra suffragare l’idea di una piccola Bari risorta a più di mille chilometri di distanza. Ma che baresi in fuga vi si siano trasferiti è credibile. Già alla fine del XI secolo, come si desume dagli atti del Concilio di Bari del 1098, una colonia mercantile barese aveva sede a Costantinopoli nel quartiere dell’Incantissa, presso porta Neorii, oggi Baghec Qapa. Il quartiere commerciale barese, sebbene più piccolo, si affiancava a quelli – attivissimi – delle quattro repubbliche marinare; si calcola che all’epoca circa 80mila ‘latini’ (su una popolazione complessiva di un milione d’abitanti) risiedesse a Costantinopoli. Per mercanti baresi fuggitivi la pur lontana Costantinopoli rappresentava l’unica, lucrosa opportunità. Andrebbero dunque cercate nel cuore di Costantinopoli (a Beghec Qapa) invece che nei suoi dintorni tracce della presenza dei baresi fuggiaschi. E se gli angusti confini di questa colonia non offrivano spazio ai nuovi arrivati, essi potettero senz’altro insediarsi nella ben più vasta e florida colonia commerciale veneziana. Lo consentiva l’ottima qualità dei rapporti fra Venezia e Bari, siglata nel patto commerciale del 1122. – Nell’immagine, ‘Vista di Costantinopoli dal Corno d’Oro’, olio su tela di Karl Kaufmann (1843-1905).

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 3 Maggio 2022

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