Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Maurizio Cucchi (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Figlio di Tina e Luigi che prima di diventare un affermato industriale aveva vissuto il dramma della Seconda Guerra mondiale come soldato impiegato nella sciagurata spedizione in Russia, Maurizio Cucchi cresce nella Bovisa degli anni Cinquanta, quella che all’epoca era la periferia industriale di Milano per eccellenza.“Per me – dice il poeta – era il luogo dell’infanzia felice, almeno finché non si è spezzata con la morte di mio padre nel ’57. Da lì ce ne dovemmo andare.”Maurizio vive un grande trauma in occasione della tragica scomparsa del padre, presentata al poeta, allora bambino, come un abbandono. Questa drammatica sparizione ha fortemente segnato la vita del poeta, diventando magma attivo durante tutta la sua produzione.Dopo il diploma di ragioneria, Maurizio comincia l’attività di giornalista e si iscrive alla Facoltà di Magistero all’Università Cattolica di Milano, dove si laurea con una tesi su Nelo Risi e Andrea Zanzotto.

 

Ho dissipato arte, talento, fantasia,

indifferente all’azione, all’opera, al governo,

ho preferito la quiete orizzontale, l’attesa,

il dolce insorgere impagabile

dell’immagine nella rêverie

che va a spirale verso il fondo

o quel sopore galleggiante

su un mare increspato solo un soffio,

ondulando su ricci, stelle arancioni,

branchi lentissimi, rottami

di antiche guerre e bastimenti.

Ho dissipato, ma sono ancora qui,

innamorato e ignavo.

 

(da Per un secolo o un secondo)

 

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 25 Aprile 2024

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