Massimo Lanini, titolare del noto Il canto di bischeri a Bari, esterna il suo rammarico e la rabbia della maggior parte dei titolari di ristoranti italiani. In sintesi: alle condizioni che si prospettano ( secondo le indiscrezioni) non vale la pena riaprire il 1 giugno, se quella sarà la data.
Lanini, con ogni probabilità ripartirete il 1 giugno..
“La deludo: a quelle condizioni, cioè quelle che sembrano trapelare, non ha alcun senso riaprire l’ attività. Specie per chi ha locali di medie e piccole dimensioni con pochi coperti”.
Quali le cause del malcontento?
“Nella categoria regna uno scontento generale, in tutta Italia, non solo a Bari. Mi dice in quale modo posso riaprire con la capienza ridotta a metà e le misure di un metro di distanza, aggiungendo il divisorio tra commensali? Non è redditizio, non ha un senso tener aperto per tre tavoli, se va bene. Nel caso sia così, almeno per quel che mi riguarda, chiudo, vado in un’altra nazione e in questa maniera faranno tanti altri. Penso che almeno un buon sessanta per cento sia orientato a chiudere”.
Avete ricevuto aiuto sin qui?
“Assolutamente no, chiacchiere e progetti nebulosi, dicono tutto e il contrario di tutto. In altre nazioni hanno subito ricevuto soldi a fondo perduto, qui solo un credito di imposta tra un anno. Ma che me ne faccio? Le mie scadenze corrono, ho il fitto da pagare e il proprietario già ha mandato il sollecito, la luce, gli stipendi. E nessun aiuto concreto, solo promesse vane. Io ho cinque figli, devo badare a loro. Mi dispiace per i miei dipendenti, però in questo modo chiudo e licenzio, sono costretto”.
Magari sarebbe stato meglio rinviare l’apertura…
“Certo. Un rinvio per metterci nelle condizioni di programmare meglio, naturalmente aiutati dallo Stato. Ma qui è buio totale, chi vuole venga a cenare o pranzare in queste condizioni. Se lo Stato tiene a noi, si faccia carico delle nostre reali necessità e rinviamo il tutto. Aprire in questo modo non è sostenibile ed è anti economico”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 28 Aprile 2020
