Cronaca

Accattoni in compagnia di bambini presidiano l’uscita dei supermarket

Scene  di infanzia violata nel cuore della città fra lo sconcerto di alcuni cittadini e la totale assenza di controlli. La vicenda riguarda una situazione ormai insostenibile che si protrae da lunghissimo tempo, più volte lamentata sia dal nostro quotidiano che dagli altri organi di informazione locale, ed è quella dell’accattonaggio nel centro murattiano. Un esercito di questuanti, infatti ,da tempo immemorabile presidia l’uscita degli esercizi commerciali, supermercati in particolare, chiedendo in modo petulante qualche spicciolo. Non si tratta solo di disperati in cerca di pochi soldi da racimolare per sopravvivere, ma di un  esercito vero e proprio che presidia  ad orari fissi  l’uscita dei negozi. Un racket dell’accattonaggio  nel vero senso della parola, organizzato capillarmente sul territorio  con turni e “caporali” che a bordo di pulmini  accompagnano sul posto di lavoro gli ….impiegati. La maggior parte di loro sono zingari   appartenenti a  varie etnie , ed alcuni, come ad esempio le giovanissime ragazze , non si fanno scrupoli nel tenere in braccio  infanti durante l’opera ambulante di questua nel centro di Bari. Ma la situazione più mortificante  e di  indegno degrado morale riguarda la presenza  all’uscita dei negozi di bambini che in compagnia di adulti, su precisa indicazione di questi ultimi, si avvicinano al passante chiedendo l’elemosina. La scena che ha suscitato indignazione e sconcerto da parte di alcuni cittadini  si è registrata ieri pomeriggio intorno alle 17,30 all’uscita del supermercato Dok , uno store alimentare ubicato in via Nicolai  di fronte a piazza Cesare Battisti , in pieno centro cittadino. Un anziano accattone, come al solito semi ubriaco e straordinariamente molesto, da mesi presenza fissa in quel luogo,, adagiato su un cartone  attendeva che i clienti, buste della spesa alla mano, uscissero dal negozio per chiedere l’immancabile elemosina. Due bambine di pochissimi anni, in compagnia del questuante e sicuramente da questi addestrate a chiedere l’elemosina, emulavano  il gesto meccanico del loro anziano accompagnatore tendendo la mano verso i clienti del supermercato,visibilmente infreddolite e a disagio, e certo non felici di essere costrette alla sosta sul marciappiede. Vedere quelle manine protese alla ricerca di qualche spicciolo ha impietosito e intenerito alcuni passanti , ma anche mandato  su tutte le furie una giovane donna che ha apostrofato duramente l’anziano accattone. “Si vergogni – ha urlato la signora all’indirizzo dell’uomo – non si portano le bambine a chiedere l’elemosina. E’ uno sconcio, ma dove sono i vigili, sono bravi solo a fare le multe?”  ha chiosato la donna dopo aver lanciato uno sguardo carico di indignazione all’indirizzo dell’individuo. L’uomo dal canto suo si è limitato ad inveire ,dedicando qualche sprezzante bestemmia in una lingua incomprensibile alla giovane donna. Dopo pochi minuti  una giovane coppia di zingari  è venuta a riprendersi le due piccole, mentre l’anziano questuante, dopo aver abbandonato per pochi minuti il suo “posto di lavoro”,  è ritornato sul luogo  stringendo tra le mani un gratta e vinci da due euro, biglietto che ha “scorticato” avidamente in  cerca di una improbabile fortuna, per poi entrare nel supermercato a fare scorta di alcolici da bere per strada. “E’ storia di tutti i giorni, ci siamo abituati ad assistere a simili spettacoli” ci dice un anziano residente, sottolineando come inspiegabilmente nessuno sia mai intervenuto ad interrompere il frequente sfruttamento di bambini di tutte le età. L’importante, però, non è assuefarsi dinanzi a situazioni del genere, limitandosi ad esprimere indignazione. Il fenomeno dell’accattonaggio, più volte analizzato nelle cronache del nostro giornale, non è stato affatto debellato dalle istituzioni locali, nè tantomeno ed inspiegabilmente è stata mai emanata un’ordinanza ad hoc ( ce ne sono state ben altre assurte agli onori delle cronache nazionali per originalità e per ritorno mediatico)  finalizzata  quantomeno ad arginare  l’avvilente situazione dello sfruttamento minorile da parte dei questuanti. Nella città dell’accoglienza per antonomasia  quale è Assisi ,per molti versi più civile di quella in cui viviamo,per dare decoro a quei luoghi storici è stata proibita nel modo più categorico l’attività di accattonaggio. Fece discutere anche il rude intervento della polizia municipale veneziana che circa un anno fa ammanettò un artista di strada reo di aver allietato i turisti con le sue note.  Ma c’è la buona novella che supera gli anzidetti problemi e  che contribuisce  a  rallegrare   il leggiadro animo dei baresi in questi giorni, ed  è l’alto gradimento ( secondo in graduatoria) ottenuto dal sindaco Michele Emiliano  nella classifica dei primi cittadini più benvoluti in Italia . Anche in questo caso , però, qualche suo detrattore è già all’opera affermando che più che alto gradimento sarebbe più opportuno parlare di alto tradimento ai danni della città, anche per le innumerevoli promesse ( i lettori ricorderanno le migliaia di posti di lavoro  sbandierati in campagna elettorale) non mantenute. Resta la curiosità di voler conoscere fisicamente l’estensore della  “inebriante” classifica che ha fatto gongolare il nostro primo cittadino, per il l’irrinunciabile piacere di invitarlo ad osservare de visu  l’idilliaca qualità di vita offerta da Bari. Una città  dove impazza la criminalità predatoria e quella organizzata, con quest’ultima  che si contende il territorio armi alla mano provocando morti e feriti , dove regna degrado e sporcizia, dove i servizi sono quasi inesistenti, dove c’è emergenza e sofferenza sociale, dove le piazze storiche nel cuore della città sono ormai da tempo presidiate da spacciatori extracomunitari.  Come  sia possibile che nonostante queste pessime condizioni di vita i baresi continuino ad omaggiare  un amministratore  che per circa 10 anni ha governato la città non è dato sapere.Delle due, l’una: o i baresi sono afflitti da pecorismo sociale o vivono come Alice nel Paese delle Meraviglie, tertium non datur. Per quanto ci concerne,il secondo posto ottenuto da Emiliano nella classifica nazionale dei sindaci più amati ,nonostante la gigionesca simpatia condita dall’immancabile ars paraculandi che ci ispira il personaggio, per noi resta un dogma di fede. Pura invidia? “Rosiconi” per dirla alla romana? Può darsi. Una ironica considerazione vorremmo però farla: se il secondo sindaco più amato d’Italia ha ampiamente contribuito in quota parte ( per onestà ci hanno messo decisamente del loro anche amministratori precedenti) a ridurre  la  città di Bari  in deplorevoli condizioni, non vorremmo essere nei panni del sindaco che occupa l’ultima posizione in graduatoria. Se il disgraziato e sfortunato amministratore  non è un discendente  di Attila poco ci manca….

 

Piero Ferrarese

 

 


Pubblicato il 15 Gennaio 2014

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