Cultura e Spettacoli

Adele, l’apologia del libro

Nel centesimo anniversario della nascita di Roald Dahl, spentosi nel ’90 e noto per i suoi romanzi per l’infanzia, Angela Iurilli ne omaggia la memoria con un atto unico, ‘La bambina librata’, che si ispira a ‘Matilde’, una delle ultime cose scritte dall’autore gallese. Lo spettacolo è andato in scena domenica scorsa al Piccolo Teatro di Bari Eugenio D’Attoma a chiusura della rassegna ‘Primavera dei piccoli’. Interpretato dalla stessa Iurilli e da Marianna Di Muro, ‘La bambina librata’ racconta la storia di Adele, enfant prodige e lettrice seriale, tuttavia incompresa, a casa come a scuola. Ma alla fine il superiore bagaglio culturale le consentirà di avere ragione di tutto e tutti (anche al prezzo di libri strappati, avvelenamenti e carcerazioni) e persino di ricomporre un nucleo famigliare andato in frantumi. All’interno di uno spazio scenico disadorno e angusto si svolge la ‘danza’ di due poltrone a rotelle. Il fantasioso e buffo movimento coreutico che si sviluppa dalla felice trovata accompagna una narrazione a due voci. Brave e versatili, la Iurilli e la Di Muro compongono una coppia bene assortita che imprime la giusta energia ad uno spettacolo leggero e brioso, costante nel ritmo e opportunamente intervallato dalle musiche di Nico Masciullo (degno di nota anche il lavoro di Andrea Vitti, che cura la scena e gli oggetti, e di Giulia Barbanente che si occupa dei costumi). Classico spettacolo per adulti e bambini, ‘La bambina librata’ riafferma il carattere apologetico di ‘Matilde’ e va oltre. Dahl, che compose quest’opera due anni prima di morire, aveva fiutato prima di chiunque il declino della lettura tra i bambini, violentati da overdose di cartoni e disegni animati. Nell’idea, forse un po’eroica, di contrastare il progressivo distacco dell’infanzia dal libro, volle tessere l’elogio di quest’ultimo. ‘La bambina librata’ fa anche di più, nel senso che propone un’Adele nobilmente ‘intossicata’ dalla lettura (esemplare la scena in cui la bambina, messo per la prima volta piede in biblioteca, ‘consuma’ un libro dopo l’altro a velocità vertiginosa con gestualità ingorda). Dal libro la piccola ricava una spinta che la ‘libra’ al di sopra di tutti… In tempi di libro digitale e di genitori latitanti al momento della fiaba della buona notte, un ‘La bambina librata’ è riaffermazione ostinata di valori elementari, di risposte e atteggiamenti reattivi che non vogliono dire  navigare nel verso opposto a quello della Storia. Leggere, sì. Un piccolo elogio al buon senso, come  raggiungere il posto di lavoro pedalando, portarsi la merenda da casa, andare a trovare un amico, spedire una lettera, villeggiare in campagna, parlare a bassa voce… andare a teatro.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Maggio 2016

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