Cronaca

Altro che trasparenza….sempre più difficile accedere agli atti della giunta Emiliano

C’è ente e ente, ma al Comune di Bari ci vogliono troppe chiavi di accesso per visionare provvedimenti ed atti pubblicati via Internet sull’Albo Pretorio. Una brutta storia che potrebbe finire per interessare il Ministero della Funzione Pubblica, specie se, come sembra, dovessero piovere esposti e denunce. Ma andiamo con ordine. L’albo pretorio di un Ente pubblico fotografa l’effettiva esistenza di quel ‘palazzo di vetro’ che garantisce trasparenza e accesso agli atti e in un Comune ancor più, visto che è l’ente piu’ vicino ai cittadini. In generale, dunque, l’Albo Pretorio su internet è uno spazio informatico presso il quale le pubbliche amministrazioni affiggono gli atti pubblici, e quindi, le decisioni che prende il consiglio comunale, la Giunta, il Sindaco e i dirigenti. E desso le pubbliche amministrazioni hanno obblighi ancora piu’ stringenti, nei confronti dei cittadini e della collettività, e cioè di rendere note tutte le informazioni sull’organizzazione e sulla vita dell’ente. Questo obbligo riguarda anche le consulenze e le spese per pagare parcelle e compensi professionali, che dovrebbero apparire tutti su Internet, sui siti istituzionali dei vari enti. Insomma, la trasparenza rientra tra i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Costituzione all’articolo 117. Un diritto, si badi, che dovrebbe essere facilitato e che dall’anno scorso s’è trasformato addirittura in diritto di “accesso civico”: a fronte dell’obbligo previsto dalla normativa vigente in capo alle pubbliche amministrazioni di pubblicare documenti, informazioni o dati, viene cioè riconosciuto il diritto di chiunque di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione. Un diritto che può essere esercitato senza obblighi di motivazione ed in modo gratuito, soddisfatto mediante la fornitura delle informazioni richieste ed attraverso la loro pubblicazione sul sito internet. Anche gli enti locali sono obbligati ad adottare il “Programma triennale per la trasparenza e l’integrità”, che deve essere aggiornato annualmente e coordinato con le disposizioni previste dal Piano anticorruzione e con gli obiettivi previsti dal Piano delle performance. Ma come detto all’inizio al Comune di Bari, purtroppo, la trasparenza degli atti pubblicati nell’Archivio Generale, per alcuni atti, magari quelli più importanti perchè riguardano lottizzazioni, accordi di programma e lavori, sono di accesso molto complicato. Eppure le amministrazioni pubblicano (quasi tutte…) gli atti e le delibere sull’albo pretorio, atti, delibere, determinazioni e provvedimenti  che dovrebbero essere fruibili –come detto- a tutti i cittadini, senza restrizioni, per Legge, anche se, come per il Comune di Bari, è difficile e poco intuitivo visualizzarli. Ad affermarlo sono gli attivisti del Movimento 5 stelle, che già a maggio scorso, segnalarono il fatto che nell’archivio online dell’albo pretorio di Bari quasi tutte le delibere del consiglio comunale, pubblicate nel 2013, richiedessero da parte dell’utente la digitazione di username e password. <>. Ma ora siamo punto e a capo. <>. Allora, perché bisogna inserire codici e nomi per visionare gli atti della giunta guidata da Michele Emiliano? <>, tuona Vincenzo Madetti, capolista al Comune di Bari per il M5S.

 

 

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 22 Febbraio 2014

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