Cronaca

Arriva il gran freddo: coperte per i senza fissa dimora

In vista del freddo in arrivo, l’assessorato al Welfare del Comune di Bari gioca d’anticipo e promuove una raccolta straordinaria di coperte da destinare ai senza fissa dimora della città. Dal lunedì al venerdì, dalle nove e mezzo del mattino fino a mezzogiorno, infatti, i cittadini baresi più generosi che intendono accogliere l’appello del Comune potranno consegnare le coperte presso la sede dell’assessorato al Welfare, in corso Vittorio Veneto 4. Insomma, preferisce non aspettare il grande freddo, il Comune, per dare una mano ai senza fisa dimora che d’inverno spesso bivaccano tra sale d’aspetto e ricoveri di fortuna, talvolta anche nelle case diroccate dell’estrema periferia cittadina. Pochi hanno scordato quando, sette anni fa circa, fu l’amministrazione Emiliano a trovarsi spiazzata dinanzi all’eccezionale ondata di freddo a Baro, aprendo . solo a metà gennaio – le porte ai “clochard” baresi che gravitano attorno alla Stazione Centrale l’ex albergo dei macchinisti di proprietà di “Metropolis”, la societa’ che gestisce le proprieta’ immobiliari delle Ferrovie dello Stato. L’ex Sindaco Michele Emiliano, l’assessora ai servizi Sociali dell’epoca Susy Mazzei ed i consiglieri Carlo Paolini e Michele Fanelli, componenti della Commissione consiliare alla Solidarieta’ Sociale, si fecero in quattro per ospitare chi altrimenti rischiava di passare nelle gelide sale d’aspetto della Stazione anche quelle nottate particolarmente fredde. “Abbiamo forzato i tempi per rendere abitabile il Ferrhotel anche grazie alle associazioni impegnate a rimettere a nuovo l’immobile di Via Caduti di Via Fani –spiegava il consigliere della Lista Emiliano per Bari Michele Fanelli- allo scopo di non lasciare tutte quelle persone esposte al freddo anche in questi giorni”. Ed a partire dalle prime ore del mattino nell’ex albergo delle Ferrovie, che abbisognava anche di alcune riparazioni e rimessa a norma degli impianti elettrici ed idraulici, ci misero piede, ramazza e spugne, gli operai della ditta “La Fiorita”, l’impresa di fiducia del Comune. “Avevamo fretta di raggiungere il nostro obiettivo e fra le tante cose dell’ultimo momento abbiamo incaricato l’impresa che gia’ provvede alle pulizie al Comune”, ricorda Paolini. Ora anche questa amministrazione di centrosinistra intende  centrare un primo, piccolo obiettivo di solidarietà sociale, mentre tutta Citta’ di Bari cerca di mettersi all’avanguardia allo scopo di dare ospitalita’ all’esercito di invisibili che ogni giorno e’ costretta a passare la notte allo sbando, nei vagoni ferroviari o stesi sulle panche delle sale d’aspetto. Un esercito, quello di clochard e barboni, che s’ingrossa sempre piu’ anche nella nostra citta’, dove sarebbero circa un centinaio solo quelli che ogni notte si aggirano fra la Stazione e le altre vie del centro, senza parlare di quelli, soprattutto extracomunitari, ospitati fino a qualche tempo fa anche dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Ma sono tante altre, le associazioni di volontariato baresi ad occuparsi dei senza fissa dimora e senza tetto, da Percorsi e Caps, alla Comunita’ di Sant’Egidio e Incontra di Gianni Macina (che ormai sembra averne fatto una missione personale), tutti quanti a collaborare per dare una mano e soprattutto un letto ed un pasto caldo a tanti cittadini meno fortunati. Insomma, gli “homeless” baresi hanno un tetto, le loro storie di “invisibili” non rimarranno piu’ nascoste sotto l’arido tetto di un’ancora piu’ arida stazione: quante migliaia di individui hanno attraversato gli ultimi decenni in completo silenzio, ignorati ed emarginati  da comunità impegnate a difendere la loro normalità? Sono gli “Invisibili”, persone spesso accantonate dai “normali” con definizioni senza appello: disadattato,  barbone, folle. Solo perché lontane dal nostro mondo. A Bari non sara’ piu’ cosi’, o almeno e’ stato compiuto il primo, importante passo. Infatti, dati recenti mostrano che il 18% della popolazione europea, cioè oltre 60 milioni di persone, è a rischio di povertà e di emarginazione sociale, e che circa la metà di loro vive già in condizioni di povertà di lunga durata. Interi nuclei sono esposti a un rischio di povertà particolarmente alto, terreno di coltura per lo scatenarsi di situazioni limite. Ma al di là del quadro sociale, il punto di partenza del programma del Comune prevede anche altri obiettivi per rilanciare i servizi sociali, a parte questa prima raccolta di coperte e generi di conforto per attutire i rigori del gran freddo in arrivo, partendo dalla constatazione che la scelta di rendersi “invisibili” spesso viene generata da un grande dolore, dalla perdita degli affetti e dal crollo delle certezze.

 

Antonio De Luigi

 

 

 


Pubblicato il 25 Ottobre 2014

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