Cultura e Spettacoli

Attenzione al ‘verso’ della scopa…

Si avvicina il giorno della Befana, questa figura popolare legata al periodo natalizio e, a differenza di Babbo Natale, conosciuta più in Italia che all’estero. L’origine, pagana, della Befana sembra verosimilmente connessa a remotissimi riti propiziatori praticati in agricoltura. I Romani, che avevano ereditato questi riti ancestrali, usavano nel presente periodo celebrare la morte e la rinascita della Natura. La celebrazione era accompagnata dalla credenza in figure femminili che, volando sui campi, ne propiziavano la fertilità. Con l’avvento della Chiesa tutte queste convinzioni vennero bollate come sataniche. Essendo però troppo radicate nella cultura collettiva, sopravvissero camuffate, sicché la figura femminile dal cui volo dipendevano i raccolti, e che per il fatto d’essere benefica veniva immaginata come una vergine meravigliosa, assunse i tratti di una megera distributrice di regali. In altri termini nella Befana si vuol vedere oggi una versione ‘addomesticata’ delle antiche streghe, le devote del Maligno che nella notte di Valpurga, tra il 30 aprile e il 1° maggio, andavano ad adorarlo ‘volando’ in cima al Brocken o, secondo altri, al Lysa Hora (la prima montagna trova posto nel massiccio dello Harz, in Germania e Goethe la cita nel suo ‘Faust’ ; la seconda, detta pure Monte Calvo, sorge vicino Kiev e ricorre in alcune pagine di Gogol). Questo volo avveniva a cavallo di una scopa. Perché proprio una scopa? E perché nell’antica iconografia le streghe volano tenendo davanti a sé la ‘spazzola’, mentre la stessa spazzola è rivolta al contrario nel caso della Befana? La scopa, questo prezioso utensile domestico preposto alla raccolta della sporcizia simbolicamente è un catalizzatore del Male. Se rivolte in avanti, le setole esprimono l’intenzione di catturare il Male per sfruttarne il potere magico ; in questo modo la strega può volare in direzione del luogo dove si tiene il Sabba. Messe al contrario, invece, le setole vogliono significare l’intenzione opposta, ovvero il bisogno di sbarazzarsi del Male dopo averlo neutralizzato. Nella tradizione popolare si usava spazzare il pavimento di casa dopo che si fosse ricevuta una visita sgradita. Ancora oggi molti tengono appesa dietro la porta di casa la ‘scopetta scacciaguai’. E non è raro incappare in furgoni o tre-ruote che, in un contorno di corni, ferri di cavallo gobbi e slogan scaramantici (‘La tua invidia è la mia fortuna’…), ostentano scope messe in verticale e con la spazzola rivolta verso l’alto. Quando si dice fare autogol. A voler andare dietro certe cose, issata così, la scopa produce proprio l’effetto contrario, cioè richiamare l’invidia e la sfortuna…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 3 Gennaio 2017

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