Cultura e Spettacoli

Ci sei o ci fai? ah, Pulcinella…

Ogni maschera ha il suo carattere. Quella più celebre, per effetto della sua inafferrabilità, sollecita un interrogativo : Pulcinella ci è o ci fa? Egli è bislacco e pasticcione, inconcludente e lagnoso, beffardo e vile. Mettendo le cose assieme gli daresti del ‘povero a lui’(dunque, ‘ci è’) se non fosse per un sospetto molesto : E se Pulcinella facesse lo scemo per non andare alla guerra?… La maschera partenopea è personaggio perennemente in fuga. Chissà che quel fare il fesso non sia un modo astuto per difendersi dai tranti predatori che popolano la fauna umana. Allora ci fa?… Viene da crederlo, anche perché alla fine Pulcinella trionfa sempre, avendo ragione ora del padrone di turno, ora della Morte, ora delle resistenze di Colombina. Ugualmente, siccome parliamo della figura più imprevedibile, tutto può essere. Così, qualunque risposta si ritrova con uno strascico di punti di sospensione invece che d’esclamazione. L’unica resta non porsi il problema e abbandonarsi a Pulcinella, lasciarsi sbalordire e confondere dalla sua logorrea squilibrata e spassosa, surreale e vagamente filosofica. Fossimo giudici chiamati a giudicare questo gigante della commedia dell’arte, imputato d’aver esasperato datori di lavoro e spazientito il prossimo, decreteremmo il non luogo a procedere riconoscendo all’imputato il “costante stato di necessità”. La voglia di giocare al magistrato ci è venuta domenica sera al Kismet, dove in cartellone era ‘Processo a Pulcinella’ di Marco Manchisi, interpretato dallo stesso e da Santo Marino. Che spasso quest’atto unico dove un uomo che si improvvisa guardia e giudice allo scopo di arrestare e sottoporre a improbabili procedimenti penali vagabondi e perdigiorno, acciuffa Pulcinella e lo sbatte sul banco degli imputati. Chiamato a difendersi da un cumulo di non-accuse (fame atavica, insipienza e fallimento), Pulcinella non trova di meglio che raccontarsi. E allora prende il via una sorta di ‘cunto’da baracca dove si narra di datori di lavoro (Carnevale, Amleto, il Barone), fallimenti di attività autonome (sensitivo, capocomico…) e amori sfortunati. Alla fine, stordito (anche dal bere) e impietosito dal caso umano, il Giudice rimette Pulcinella in libertà. Manchisi è bravissimo. Coperto dalla maschera firmata da Stefano Perocco di Meduna, è un Pulcinella marionettistico ed esilarante, che diverte, incanta, sconcerta. Gli fa da sponda il versatile Santo Marino. Quanto alla drammaturgia, è perfetta nella parte iniziale ; manifesta qualche crepa al momento ‘processuale’ quando le diverse disavventure incontrano difficoltà di collegamento e contestualizzazione.

Italo Interesse


Pubblicato il 6 Febbraio 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio