Cultura e Spettacoli

Come squarci d’azzurro in un cielo ingrigito

Continuano a Masseria Dirupo (Noci) gli appuntamenti per la rassegna ‘Le pietre che parlano’

Sabato prossimo, alle 18:00, a Masseria Dirupo, nel territorio di Noci, nell’ambito di ‘Le pietre che parlano’, la rassegna culturale curata da Concetta Antonelli e Michele Agostinelli, si parlerà di ‘Tuta blu’, il fortunatissimo romanzo di Tommaso di Ciaula edito da Feltrinelli nel 1978 e divenuto un caso letterario per la colorita crudezza con cui un contadino del sud esprime tutta la sua rabbia nel vedersi strappato alla terra e piegato come un bue al giogo ai ritmi infernali della catena di montaggio. A tre anni dalla scomparsa del poeta-operaio pugliese (Adelfia, 27 settembre 1941 – Bitetto, 12 gennaio 2021) si cerca di risollevarne la fama ingiustamente scivolata nel dimenticatoio. A provarci questa volta sarà Davide Di Ciaula, figlio di Tommaso, nel corso di una chiacchierata con Concetta Antonelli. Molti i temi in discussione, a cominciare dal più importante, le ragioni dell’oblio che ha avvolto Di Ciaula. E si parlerà naturalmente del maggior successo editoriale del poeta di Adelfia. Avremmo dovuto dire, ‘scrittore’, dal momento che parliamo di ‘Tuta blu’ ?… A ben guardare c’è forse più poesia in quest’opera che nelle tante sillogi di Tommaso di Ciaula edite successivamente. E’ vero, ‘Tuta Blu’ è confezionato come un rabbioso memoir-pamphlet, non di meno in mezzo a tanti veleni si aprono oasi liriche irresistibili, come squarci d’azzurro in un cielo ingrigito da fumi industriali. Ed è in questi squarci che fiorisce purissima la poesia di Di Ciaula. Poesia che potremmo definire del rimpianto, avendo per oggetto soprattutto la strisciante nostalgia della civiltà contadina, tesoro di valori sciattamente svenduto da un popolo di proletari presi all’amo dalla chimera del posto fisso. Illuminante in tal senso un passo dell’opera : “Maledetta fabbrica ! Eppure l’avevo tanto sognata. Il primo giorno di lavoro pensavo a tutti i lavori fatti fino al giorno prima, lavori faticosi ed ingrati : tagliare la legna, cogliere le cipolle, governare le bestie, raccogliere i piselli… Pensavo a queste cose e ridevo.”  Dopo il primo giorno in fabbrica Tommaso smise di ridere e cominciò a maturare i prodromi del suo storico sfogo. Guardando le cose a quarantasei anni di distanza ‘Tuta blu’ potrebbe apparire un testo superato, appartenendo ad un’Italia remotissima in cui i sindacati contavano ancora qualcosa, il Partito Comunista appariva ben solido, la deregolamentazione liberista era impensabile e la devastazione ambientale era solo all’inizio. Ma se al posto di Di Ciaula oggi parlasse un nigeriano clandestino costretto a raccogliere pomodori a due euro l’ora in Capitanata sotto il sole che dardeggia a 40° ? In termini diversi quel poveraccio esprimerebbe la stessa rabbia. Evidentemente, ‘Tuta blu’ ha ancora un presente.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 11 Aprile 2024

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio