Cultura e Spettacoli

Presentazione di una storia epica in versi, il giorno di Carbina

Domani alle 18:00 a Masseria Dirupo, nel territorio di Noci, prosegue la rassegna ‘Le pietre che parlano’

Conosciamo davvero la nostra terra? Ne conosciamo le trame che si intrecciano nei suoi molti secoli di vita? Ci sono storie e leggende che dire entusiasmanti è riduttivo. Del resto, per restituire loro lucentezza e vigore, serve la fantasia di un animo creativo che, colto il germoglio, lo sappia curare nel suo tumultuoso sviluppo. Perché così è la vita: tumultuosa. E tumultuoso è il periodo attraversato dal giovane calafàto tarantino, che Italo Interesse segue nelle sue disgraziate imprese belliche e nel suo mesto ritorno in patria. Il calafàto, piegato da vicende personali, decide di seguire un insano impulso guerriero di molti suoi concittadini che, fatto storico, intorno al 473 avanti Cristo, muovono contro i brindisini (guerre messapo-tarantine), per impadronirsi dei loro beni e soprattutto del loro importante approdo sull’Adriatico, porto sicuro e di fondamentale rilevanza, per stabilire commerci con Atene e la madrepatria greca (traccia storica confermata da Clearco di Soli e Ateneo di Naucrati). Lì respinti, raggiungono dapprima Oria, detta la fumosa per le sue nebbie, dove altrettanto subiscono sconfitta, malgrado l’assedio furente che le mettono e infine Carovigno, allora Carbina, dove compiono un vero e proprio massacro, convinti, errando, di trovare, nelle sue modeste abitazioni, chi sa quali tesori. Non solo: osano compiere sacrilegio, mettendo a ferro e fuoco il tempio di Zeus, in cui si sono riparati donne e bambini, poi trucidati tutti. Da qui, la leggenda continua con la vendetta del padre degli dei, che si abbatte sugli empi tarantini, sterminandoli lungo la strada del ritorno nella colonia lacedone. Questo l’insieme di storia e leggenda, a cui l’inventiva di Interesse aggiunge propri dettagli. Con andamento epico, in debito, per alcuni risvolti, con i grandi classici omerici, è soprattutto nella descrizione della sensibilità del giovane calafàto, unico superstite e io narrante, turbata dalle terribili immagini che la guerra gli impone – con morti e distruzioni immotivate, se non dal soddisfacimento della sanguinaria smania di demagoghi, pronti a sacrificare, per il solo proprio tornaconto, vite e vite dei compagni e dei presunti nemici – che la scrittura di Interesse svetta, facendone un raro personaggio intriso di acronica pietà, avversione alla ipocrisia dei potenti, rispetto per le leggi sacre che legano l’intera umanità nel patto spirituale col Dio, che sia Zeus, Jahvè, Allah o Madre Natura. Narrato in musicali versi liberi, l’opera di Interesse, “Il giorno di Carbina”, racconta la fede irresistibile nell’amore e nella fratellanza, pur in mezzo alla ferocia; fede che spingerà il giovane a rivalutare una propria dignitosa esistenza una volta in patria. In principio ci chiedevamo quanto fosse viva la conoscenza dei fatti storici e delle leggende delle nostre terre. Nel suo lavoro, Interesse non solo ci serve un generoso affresco di anni lontani, ma anche ce lo presenta, ingegnosamente, come attualissimo; ce lo canta, con ritmo e intonazioni invitanti; ce lo porge, come un invito a soffiare quello strato di polvere, che nasconde certe preziosità, perché abbiano nuova vita. “Il giorno di Carbina” è stato pubblicato da “L’Otto Coricato” nell’aprile 2009, ha vinto premi letterari ed è stato messo in scena nel 2012 dal compianto maestro Carlo Formigoni. Verrà presentato sabato 11 maggio alle ore 18,00, alla Masseria Dirupo (territorio di Noci) nell’ambito della rassegna “Le pietre che parlano” curata da Concetta Antonelli (che dialogherà con l’autore) e Michele Agostinelli.

 

Mimmo Mongelli

 


Pubblicato il 10 Maggio 2024

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