Cronaca

Dopo la ‘buona scuola’ di Renzi arriva la “buona università” di Decaro

Dopo la Buona Scuola del Governo Renzi arriva la Buona Università della Giunta Decaro e dell’assessorato al Welfare del Comune di Bari. E se le vie dell’accoglienza sono infinite, ecco che l’Università di Bari, in collaborazione con il Centro per l’Apprendimento Permanente (sportello che svolge un’attività di orientamento per il riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze informali e non formali delle persone straniere, cittadini comunitari e non, ed è impegnato nella sperimentazione di buone pratiche di seconda accoglienza in collaborazione con l’Assessorato al Welfare offrendo anche un servizio di consulenza giuridica e normativa per il permesso di soggiorno) ha lanciato nell’ambito del programma “Essere comunità, reti solidali per l’inclusione” il progetto “Stra-Uniba_Students resources advantage”, finalizzato all’acquisizione di competenze linguistiche mediante gruppi di apprendimento informale tra studenti stranieri e facilitatori del programma “Speak my language”.  Questo progetto culminerà con la presentazione del libro “Manuale della lingua italiana” di Menana siprashvili e Tsitsino Tabatadze, prevista per oggi presso il Palazzo Chiaia-Napolitano che vedrà la partecipazione, tra gli altri, anche dei docenti delle Falcoltà di Sociologia, Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione, che hanno partecipato alla buona riuscita del dipartimento. L’ennesimo impegno di risorse umane ed economiche  per la formazione universitaria destinate alla solita politica dell’accoglienza ad ogni costo, tanto amata dal centro-sinistra. Mentre nel resto d’Europa si corre ai ripari reintroducendo i controlli alle frontiere con la revisione degli accordi di Schengen  per far fronte ad una vera e propria invasione che ormai è sfuggita di mano persino ai burocrati di Bruxelles, (non ultimo l’episodio avvenuto  in Germania  dove le autorità, dopo i fatti di Colonia,  hanno proibito l’accesso ad una piscina comunale ai richiedenti asilo che in più di un’occasione si erano rivolti in malo modo verso le signore in costume presenti sul posto);  nella nostra Regione, sposando a pieno la politica del Governo nazionale, si continuano a destinare risorse per l’accoglienza in tutti i settori strategici della nostra Comunità, quando le emergenze a cui far fronte sarebbero ben altre. L’ultima, per rimanere in ambito scolastico, ha riguardato alcune scuole del barese che in questi giorni di freddo intenso sono rimaste senza riscaldamento a causa dei numerosi guasti ai termosifoni. Uno su tutti è il caso della scuola di primo grado “San Domenico Savio” di Molfetta che dopo la chiusura obbligata a causa della neve disposta dal Sindaco di centro-sinistra, Paola Natalicchio, nella giornata di lunedì scorso, il giorno successivo, in pieno orario scolastico, ha dovuto richiudere i battenti a causa del freddo insostenibile denunciato dai genitori e dagli alunni che sono dovuti tornare a casa, furiosi perchè è venuta a mancare anche la promessa di montare nelle classi delle stufe per sopperire al guasto. Insomma in uno Stato che non riesce a garantire i livelli minimi di edilizia scolastica e che spesso gode di strutture create negli anni venti del secolo scorso, a cui negli ultimi tempi è mancata la ristrutturazione e la manutenzione, è impensabile investire altrove  anche solo un euro di risorse che non siano destinate ai nostri studenti,  sempre più abbandonati a se stessi sotto tutti i punti di vista. L’Assessore al Welfare dovrebbe dare la priorità a ben altri progetti educativi, attuando una politica volta a contrastare l’ignoranza che genera il bullismo, l’abbandono scolastico, o che permette ad alcune studentesse dell’ Università di sponsorizzarla mettendo in mostra decolté non indifferenti, per non parlare dell’invecchiamento dell’edilizia scolastica e degli impianti al loro interno. Una generale decadenza morale e dei costumi che sta attraversando i tempi moderni  a partire dal settore dell’educazione, che nasconde il fallimento delle generazioni del ‘Vietato vietare’ che sognavano Woodstock e il sesso libero all’ombra della guerra in Vietnam e che oggi formano gran parte della classe dirigente. Come afferma il giornalista Adriano Scianca: “ La sinistra ama tanto gli immigrati perché essi sostituiscono i proletari e non solo in termini economici ma anche filosofici. Per Marx il proletariato è una classe che i  realtà è una non-classe, a causa della sua “Sofferenza universale” esso genererà una liberazione universale, la sua vittoria non instaurerà un nuovo dominio di classi ma la fine di tutte le classi. L’immigrato raccoglie questa speranza messianica: è un popolo che in realtà è un non-popolo. La sua affermazione non causerà un nuovo dominio di un popolo su un altro, ma la fine di ogni popolo”.

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 21 Gennaio 2016

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