Cronaca

Dopo le politiche, chi entra e chi esce dall’Aula di via Capruzzi

Dopo le elezioni di domenica e lunedì scorso, alla Regione sono iniziate le grandi manovre non soltanto per rimpiazzare i tre assessori della giunta Vendola promossi al Parlamento, il leccese Dario Stefano (La Puglia per Vendola), il tarantino Michele Pelillo (Pd) e l’extra-territoriale pisano Nicola Frantoianni (Sel), ma anche per ridisegnare la geografia dei gruppi consiliari, visto che i recenti dati elettorali pugliesi hanno proiettato in Parlamento una consistente pattuglia di consiglieri regionali, dieci per l’esattezza, tra i quali figurano Pelillo e Stefano che, insieme ad altri otto colleghi, sono stati candidati a queste politiche, risultando poi eletti nei rispettivi partiti di appartenenza. Ma vediamo nei dettagli i nomi di coloro che dall’Aula di via Capruzzi si sposteranno a quella di Montecitorio, o di Palazzo Madama, e di quelli che invece dovrebbero subentrare al loro posto in Regione. Il condizionale è d’obbligo, poiché la sostituzione dei consiglieri regionali eletti in Parlamento avverrebbe nel caso in cui il governatore pugliese, Nichi Vendola, dovesse rinunciare al seggio alla Camera, che si è recentemente conquistato capeggiandola lista di Sel in uno dei collegi elettorali dove è stato candidato, per cui rimarrebbe ancora alla guida della Regione e si renderebbe necessario procedere alle surroghe dei consiglieri eletti che opteranno per il seggio a Roma. Da premettere che è facilmente prevedibile che la decisione di Vendola, come pure quella di dimettersi dalla Regione dei consiglieri in attesa di essere proclamati parlamentari, avverrà solo dopo la proclamazione ufficiale degli eletti ed è pure prevedibile che gli interessati utilizzeranno il termine massimo concesso dalla legge, ossia 60 giorni dalla notifica dell’elezione, per rendere nota la propria decisione. Quindi, se Vendola optasse per la rinuncia alla carica di governatore, l’Assemblea regionale pugliese si scioglierebbe anticipatamente e tutti coloro che sperano nel ripescaggio in consiglio rimarranno delusi. Se invece Vendola rimane governatore,ecco come cambierà la geografia dei nomi nell’Aula di via Capruzzi. Il gruppo che si rinnoverebbe più di ogni altro interessato dalle surroghe è quello del Pdl, poiché un quarto dei suoi rappresentanti è in partenza per il Parlamento, vale a dire 5 consiglieri su 20. Ecco i nomi: tra i foggiani del partito di Silvio Berlusconi, Lucio Tarquinio, eletto al Senato, lascerebbe il posto a Roberto Ruocco; tra i baresi Massimo Cassano, anch’egli promosso a Palazzo Madama, fa spazio al rientro di Tommaso Attanasio, che probabilmente però non aderirebbe al gruppo Pdl, perché da qualche anno èvicino al sindaco di Bari,Michele Emiliano, e quindi potrebbe andare nel gruppo Misto o in qualche altro che gli suggerirebbe i presidente pugliese del Pd; tra i tarantini del Pdl l’avvicendamento sarebbe tra Gianfranco Chiarelli, promosso alla Camera, e Giuseppe Cristella, primo dei non eletti alla Regione nel 2010 in quella provincia; tra i brindisini Pietro Iurlaro, eletto al Senato, fa spazio al ritorno in consiglio di Marcello Rollo, che nel frattempo però ha indossato la casacca Udc, anche se non è detto che, rientrando in Regione, aderisca a quel gruppo, visto elettorale nazionale e pugliese del partito di Casini alle ultime politiche; tra i leccesi del Pdl l’avvicendamento avverrebbe tra Roberto Marti, eletto alla Camera, ed un altro ex consigliere, Aldo Aloisi, che rientrerebbe nell’Aula di via Capruzzi. L’elezione a Montecitorio dei un altro salentino, Rocco Palese, candidato sconfitto nel 2010 alla presidenza per il centrodestra, farebbe invece scattare un foggiano, Giuseppe Pica, candidato della civica “I pugliesi” allora non eletto, poiché Palese scattò, da candidato presidente sconfitto, a discapito del seggio spettante a quella lista in provincia di Foggia. Nel fronte della maggioranza i nomi di coloro che hanno già pronte le valigie per Roma, perché eletti alla Camera, ci sono due consiglieri del Pd, il barese Antonio De Caro, che è il capogruppo di quel partito alla Regione, ed il tarantino Michele Pelillo, che lascierà  libera anche la poltrona dell’assessorato al Bilancio. Il loro posto da consigliere sarebbe occupato rispettivamente dal barese Michele Monno e dal tarantino Paolo Costantino, quest’ultimo già consigliere nella precedente legislatura regionale. Il posto in Aula di Dario Stefano andrebbe invece ad AntonioGalati, primo dei non eletti nel 2010 nella lista de “ La Puglia per Vendola” a Lecce. Il consigliere brindisino Tony Matarelli di Sel, promosso alla Camera, farebbe posto in Regione a Leo Caroli, non eletto nel 2010. In fine, per Sel entrerebbe anche il foggiano Giuseppe Di Pumpo, che prederebbe il posto di Arcangelo Sannicandro, in quanto quest’ultimo sarebbe ripescato alla Camera al posto di Vendola, nel caso in cui, come innanzi riferito, il governatore pugliese decidesse di rimanere alla Regione almeno fino al prossimo anno, quando si svolgeranno le elezioni europee e per le quali potrebbe mettersi in corsa. Ipotesi, quest’ultima, che però difficilmente potrebbe essere presa in considerazione da Vendola, visto che già nel 2009 il Sel non riuscì a superare la soglia nazionale del 4%, necessaria a portare propri rappresentanti al Parlamento europeo. Per cui è forse probabile che il governatore pugliese decida di non rischiare ed abbandoni la Puglia per il posto già sicuro alla Camera. In tal caso, tutti coloro che ora sperano di entrare in consiglio regionale resteranno delusi. Ma, come è noto, la speranza è sempre ultima a morire, anche in politica.    

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 2 Marzo 2013

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