Cronaca

Ex Fibronit, fra i due mesi la sentenza sull’appalto

inquinate dello Stivale. Infatti ieri è stato il sindaco di Bari Antonio Decaro ad aver accolto con soddisfazione le decisioni del Tribunale Amministrativo della Puglia proprio sulla vicenda Fibronit: “Prendo atto con soddisfazione che il presidente del TAR, accogliendo l’ istanza di anticipazione e unificazione dei ricorsi Fibronit, ha fissato l’udienza per il prossimo 18 novembre, in largo anticipo rispetto alla data originariamente programmata. Questo consentirà all’amministrazione comunale di ottenere quanto prima una decisione del Giudice amministrativo, che ci permetterà di definire in maniera celere il procedimento e disporre l’immediato inizio dei lavori di bonifica”. Infatti è stato ad aprile che i giudici del Tribunale Amministrativo per la Puglia hanno rinviato la sentenza dopo uno dei tanti ricorsi presentati dopo l’affidamento dei lavori, l’anno scorso. All’incrocio tra i rioni Madonnella, San Pasquale e Japigia di Bari dopo che il Comune aveva finalmente aggiudicato definitivamente l’appalto da 10 milioni euro, “”massimo il prossimo autunno ripartiranno i lavori per la seconda e definitiva bonifica””, prometteva l’assessora mancata Maria Maugeri. I lavori erano stati affidati, infatti, all’Associazione temporanea di impresa “Emme Soluzioni Ambientali/Daneco impianti Spa” da Bergamo. In effetti, dopo l’aggiudicazione provvisoria risalente a poco meno di un anno fa, c’è voluto parecchio tempo per le verifiche riguardanti il possesso dei requisiti da parte delle imprese aggiudicatrici, anche perché, come prescrive la rigorosa normativa sugli appalti pubblici, la stazione appaltante –e cioè il Comune di Bari- ha dovuto chiedere la documentazione anche alla impresa seconda classificata nella graduatoria definitiva a seguito della gara, ovvero alla ‘Teorema’ da Acquaviva delle Fonti. La stessa ditta, come si ricorderà, che si occupò a suo tempo della prima bonifica. E che dovrà attendere il responso dei giudici amministrativi di piazza Massari, anche se poi magari, si sa, dopo ci sarà sempre un altro ricorso di secondo grado e così via. Insomma, quanto tempo ci vorrà per la ‘tombatura’ definitiva dei rifiuti di amianto, per aprire la strada alla realizzazione del grande parco verde? Da quando è stata avviata la rimozione in sicurezza di 1600 tonnellate di amianto abbandonato su tetti, pavimenti e muri dei capannoni, poi trasportate in una discarica specializzata nel settore in Germania, c’è stato spazio solo per i ricorsi e controricorsi, revoche di aggiudicazione e affidamenti in via provvisoria, senza nulla di concreto. Si apre quindi un altro capitolo giudiziario, dopo il rinvio di ieri, un vero e proprio inghippo che potrebbe causare ancora ritardi nell’avvio del cantiere, previsto, in un primo momento proprio per la fine di quest’anno. Nel momento in cui finalmente gli interventi partiranno, il Comune (che già nel 2005 rese inedificabile l’area), avvierà le procedure per la realizzazione di un grande parco verde, dedicato alle vittime dell’amianto. Meno di due mesi e poi, forse, a mettere mano alla bonifica saranno finalmente gli operai, e non più giudici e avvocati. Almeno si spera…

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 24 Settembre 2015

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