Cultura e Spettacoli

Goethe e la Puglia, l’occasione sprecata

Il Grand Tour era un viaggio formativo in voga dal XVI secolo tra i giovani aristocratici del nord Europa e aveva come meta le grandi città d’arte italiane. Di questi viaggi era uso lasciare un resoconto in forma di diario. Alcuni di questi diari sono passati alla storia. ‘Viaggio in Italia’ ( Italienische Reise) è un’opera che Johann Wolfgang von Goethe scrisse tra il 1813 e il 1817 e pubblicò in due volumi, il primo dei quali uscì nel 1816 e il secondo nel 1817. I due volumi contengono il resoconto di un ‘grand tour’ che l’autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788. Raggiunta Trento, il grande poeta tedesco, si dedicò alla visita del Veneto. Da Venezia si spostò a Firenze, poi a Roma, quindi a Napoli, infine a Palermo. Come si vede, attraversò l’Italia da est a ovest lungo una linea grosso modo verticale che escludeva totalmente il versante adriatico. A differenza di una Janet Ross, di un Von Riedesel e di  molti altri viaggiatori stranieri, Goethe si limitò a ‘lambire’ il Mezzogiorno. Di Napoli egli dice che “è un paradiso dove ognuno vive in una specie di ebbrezza e di oblio di sé stesso”. E a proposito della Sicilia si esprime in questi termini : “L’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna. Non  lo punse invece la curiosità di Calabria, Basilicata, Puglia o Molise. Perché? C’era innanzitutto il fatto che all’epoca di Goethe il cuore del Mezzogiorno era ritenuto insicuro. In effetti, chi da Napoli avesse voluto raggiungere Bari in diligenza correva seriamente il rischio d’incappare in briganti da strada (senza contare i tranelli e le ruberie degli albergatori, che a detta di alcuni viaggiatori erano più briganti dei briganti stessi…). Per raggiungere senza affanni la Puglia non c’era che la nave (e infatti Johann Hermann Von Riedesel toccò il suolo di Puglia a Taranto il 20 maggio 1767, proveniente da Siracusa). Solo con l’avvento della ferrovia, conquista susseguente all’Unità d’Italia,  fu possibile raggiungere la nostra terra in treno : E’ il caso di Janet Ross che nel 1888, proveniente da Firenze, potette intraprendere il suo tour alternativo cominciando da Trani. Ma c’era anche, se non soprattutto, un altro motivo : A parte Venezia e Trieste, nessun’altra città italiana affacciata sull’Adriatico era considerata dagli itinerari-tipo che andavano di moda ai tempi del Grand Tour, Itinerari fermi al pregiudizio che solo determinati luoghi rappresentavano l’Italia, nel senso più ‘geografico’ del termine. E se Goethe avesse mutato itinerario e, rischiando qualcosa, si fosse avventurato dalle nostre parti?… E’ difficile immaginare un Goethe tiepido dinanzi a Castel del Monte e alle seduzioni barocche di Lecce, per non dire di una varietà paesaggistica che ha dell’unico al mondo. La visione delle ‘Puglie’ gli avrebbe alleggerito il cruccio che striscia nel suo diario : l’idiosincrasia tutta tedesca a comprendere il Belpaese. E se non a comprendere, almeno ad accettare (e in qualche modo  perdonare) questa storica imprendibilità dell’Italia e delle sue genti. Una superiore lezione di Storia avvenuta sul campo, a contatto con un popolo e un territorio, piuttosto che in biblioteca fra svarioni e luoghi comuni. – Nell’immagine, Goethe ritratto da J.K Stieler nel 1828.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 1 Agosto 2019

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