Cultura e Spettacoli

Il caos nel nome di Macbeth

In teatro, come del resto nella vita, si può arrivare anche con lontano con pochi mezzi e molte idee, a condizione però che quest’ultime siano idee e non pretesti, rimedi alla buona, trovate fiacche. Lo stesso principio si amplifica quando  di mezzo c’è Shakespeare, autore per sua natura ‘costoso’. L’impossibilità oggi di allestimenti canonici sollecita riduzioni rischiose. Se fantasia e originalità latitano, queste rivisitazione risultano tirate per i capelli, arbitrarie, confuse, persino ambigue. Ambiguità che diventa imperdonabile quando non frutto del caso, bensì di scelte mirate, volte ad estorcere il consenso della platea gettandola nel dubbio. Duole considerare che in tal senso il Mese Shakesperiano sta ripetutamente offrendo il fianco. Dopo l’infausto ‘Dignità autonome di Prostituzione’, che ha aperto la rassegna, è stato il turno di ‘Vladimir Macbetin’. Il lavoro, della Spitfire Company e per la regia di Petr Bohac, è andato in scena al Teatro Palazzo fra giovedì e venerdì scorsi. Questo avvicinare la figura di Macbeth a quella di Vladimir Putin nasconde un errore in partenza : lo Zar russo è semmai più vicino a Riccardo III che non all’infedele generale di Re Duncan. Nessuna Lady Macbeth è dietro Vladimir Putin, salito al potere per effetto di una sete di dominio mai sollecitata da figure femminili poiché già connaturata a un’indole astuta ed egocentrica, ferma ed impermeabile allo scrupolo. Poi, questo tirare in mezzo la guerra civile scoppiata in Crimea non giova a far chiarezza (né fa meraviglia che nel caos trovino posto persino una versione tecno di ‘Kalinka’, celebre canzone popolare russa, e la riduzione dell’inno dell’Unione Sovietica a motivetto soul). Ne consegue  un Macbeth ambientato nel contesto più anonimo (un aeroporto) e che suona vago, che dà di precario, che diventa inutilmente orgiastico. Se a tanto si aggiungono i danni della pessima voce del protagonista e di un display troppo elevato rispetto al palcoscenico (lo spettacolo era in lingua ceka), per giunta in ritardo sull’azione, si spiega al termine l’applauso fiacco di una platea spopolata (qualche defezione in corso d’opera c’è stata). – Il prossimo appuntamento col Mese Shakesperiano è fissato per questa sera alle 21:00 al Teatro Purgatorio dove in cartellone è la compagnia di danza Breathing Art Company con ‘Tutte le donne di William’ ; coreografie e regia di Simona De Tullio. Il lavoro si incentra su quattro figure femminili : Desdemona, Ofelia, Lady Macbeth e Giulietta. Danzano : Ilaria Lacriola, Rita Giannuzzi, Giovanna Lasciarrea, Roberta Chiarelli e Maria Shurkhal. Musiche : Ivan Iusco.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Novembre 2016

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