Cronaca

Il ‘pasticcio’ della progettazione per la nuova sede, ma Vendola e Introna non sanno….

Fanno ancora parecchio discutere progettisti e progetto della nuova sede regionale in costruzione a Bari in via Gentile 8, al confine del quartiere Japigia. Vendola, e potrebbe presto pentirsene dopo le ultime diffide piovutegli sulla scrivania, ha portato avanti l’appalto sulla base del progetto dello studio romano Valle, in associazione con i progettisti Angelo Damiani Sticchi e Domingo Sylos Labini, un progetto che ha raggiunto il costo ‘stratosferico’ di oltre 47 milioni di euro (esclusi gli 87 milioni per il solo nuovo Consiglio) – rispetto ai 40 milioni definiti nel bando di gara mentre la Regione stessa si è costituita parte civile nel processo d’Appello contro i funzionari della Regione e il progettista Sticchi Damiani (i primi assolti il secondo condannato in primo grado) per presunti illeciti nell’affidamento della progettazione, deliberato a suo tempo dalla Giunta guidata da Raffaele Fitto. Il progettista Sticchi Damiani era imputato, tra gli altri, con Salvatore Sansò, ex responsabile del procedimento dell’appalto (gli succederà Armando Serra), ed Emanuele Giordano, funzionario regionale, per concorso in falsità materiale e ideologica. Ma non si tratta dell’unica vicenda ricoperta così tanto da ombre e buchi neri da aver convinto il pm barese Renato Nitti, a chiedersi come mai il progetto dello studio Valle della nuova sede del Consiglio regionale, che comportava un investimento iniziale di 39,5 milioni di euro, sia arrivato nel giro di poco tempo a costare 87 milioni. Secondo gli inquirenti il costo dell’opera era stato “artatamente compresso al sol fine di vincere l’appalto”. E adesso, nel momento in cui s’inaugurano cantieri e si tagliano nastri a Japigia, appaiono ancora più gravi le valutazioni e documentazioni prodotte all’attenzione di Vendola e Introna dal rappresentante locale dell’impresa Pizzarotti (esclusa dalla gara per la progettazione) che ha depositato perfino le intercettazioni mentre era invece in pieno svolgimento la procedura (parallela) relativa alla progettazione ed esecuzione dei lavori relativi all’ex Centro Servizi da adibire a nuova sede degli assessorati regionali. Puntualmente il contenuto delle intercettazioni –contenute perfino nelle memorie difensive della stessa Regione nel processo in corso dinanzi ai giudice del Tribunale di Bari a carico di ex dirigenti- attesta come (anche) questa gara sia stata indirizzata verso l’aggiudicazione allo Studio Valle,ossia in favore del soggetto che si era poco prima aggiudicato la gara relativa alla realizzazione della nuova sede del consiglio regionale. Per esempio a luglio 2004 gli investigatori baresi registrano l’acceso rimprovero fatto dall’arch. Tommaso Valle (primo rappresentante dello Studio Valle) nei confronti dell’ing. Sylos Labini, avente ad oggetto il progetto definitivo ed esecutivo della Nuova Sede della Regione Puglia : “ma la cosa più stronzo, più semplice, che è il piano di sicurezza, che mio figlio

avrebbe fatto per la modica somma sì e no tra le spese, i disegni e tutto di 60.000.000 guadagnandoci anche, è una cosa che non si può presentare”. Evidentemente gli oneri previsti per il Piano della sicurezza, nel “Progetto Preliminare” (Progetto di gara), erano molto più bassi rispetto a quanto poi determinato nel “Progetto Esecutivo”, quando è prassi comune nelle gare pubbliche che il Piano della sicurezza redatto in sede preliminare non si differenzia né per contenuti sostanziali né tanto meno per entità dei costi rispetto al Progetto esecutivo, come pure ribadito nell’intercettazione: “II piano di sicurezza poteva essere fatto sul progetto che è di concorso da

allora”… Si ma insomma secondo me questa roba ci facciamo una figura di

merda. Ma l’intercettazione rivela poi altri retroscena: “…io non lo conosco, un progetto strapagato, super pagato…fatto da una cozzaglia [sic] di persone…allora che cosa facciamo, io scrivo una lettera, devo

scrivere, io devo praticamente prendere le distanze da questo progetto… delle persone lavorandoci a malapena dalle cinque in poi e a casa, senza coordinamenti di nessuno, ma questo ci fa delle domande che non hanno visto i disegni”. // capo progettista riconosce quindi che il piano di sicurezza, oltre che contenere costi gonfiati, era anche di pessima qualità. Ciò nonostante la Commissione di Salutazione lo ha ugualmente positivamente valutato e premiato. Non solo. L’arch. Valle da atto del fatto che – nonostante la progettazione fosse stata realizzata (male) da altri – il suo studio avrebbe percepito ugualmente una quota del 30% dell’intera parcella,  cosa non gradita ovviamente agli altri professionisti del gruppo, come risulta dal commento dell’ing. Sylos Labini riferito all’arch. Valle: “….Questo vuole soltanto alzare il prezzo-dire non mi interessa…pensare di metterci in difficoltà per dire :… non il  25 ma il30. Questo è…” In effetti la quota dello studio Valle era irremovibilmente del 30%. Un gruppo di professionisti, dunque, solo sulla carta, tuttavia incondizionatamente avallato dagli organi regionali. E i/ fatto che a distanza di oltre due anni dall’aggiudicazione della gara non fosse stato ancora redatto il progetto esecutivo sta evidentemente a dimostrare che la progettazione di base (ripetutamente premiata dalla commissione giudicatrice) era in verità del tutto approssimativa se non proprio errata (in quanto redatta dai componenti meno qualificati del gruppo), tanto che non sono bastati due anni per rifarla. E adesso, dopo  tutto questo e tanto altro, il Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna, neppure dopo la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione che ha fatto crollare il castello di gare e affidamenti d’incarichi e progettazioni per la nuova sede di Japigia, ha ancora avvertito ildovere di far sentire la sua voce. Meglio non sapere…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Maggio 2013

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