Cultura e Spettacoli

Il presepe: animali a ingresso limitato

Ci si domanda in Rete: tra le statuine del presepe sono rappresentate le principali categorie dei lavoratori del tempo : pastori, artigiani e mercanti. Non è così per gli animali. A parte il bue e l’asino, nel presepe c’è posto solo per pecore, capre e cammelli. Per esempio, gatti e cani, gli animali domestici per eccellenza, perché sono esclusi dalla grande rappresentazione? Qualcun altro nel rispondere dà la colpa a Gregorio IX, responsabile di una ‘bolla’ del 1233 in cui si dichiarava il gatto nero incarnazione di Satana. E siccome indirettamente la bolla guardava con sospetto anche i cani neri… Conclusioni affrettate. Tanto per cominciare nel presepe il cane non è una rarità. Dove ci sono pecore e capre non può mancare il cane. E siccome non esiste presepe ove manchi il pastore accompagnato dal suo gregge… Quanto al gatto, il quale effettivamente latita nel presepe, va considerato che la Natività avviene in un luogo disgraziatissimo, ai margini di Betlemme, lontano dalle case, unico habitat di un felino non concepito come animale da compagnia e tollerato come rimedio ai sorci, perciò assai poco diffuso rispetto ad oggi. Semmai bisognerebbe spiegarsi l’assenza di altri animali assai più comuni del gatto, come maiali e gallinacei. Ma ha senso riempire la scena di animali che sembrano scappati da un cortile per andare a razzolare in massa nei pressi di un postaccio periferico? Ragionevole, semmai, sarebbe la presenza di cavalli e muli, bestie da soma al seguito di viaggiatori che, incuriositi dall’insolito affollamento nei pressi di una stalla, interrompono il loro cammino per curiosare un attimo. Solo che la presenza di cavalli, muli, bardotti… e volendo anche di gatti, tacchini, oche e quant’altro andrebbe a distoglierebbe l’attenzione del fedele dalla simbologia legata ai pochi animali ammessi alla sacra rappresentazione. Il bue e l’asino, bestie che ispirano umiltà e pazienza (valori evangelici) servono a didascalizzare la volontà del Bambinello di lanciare un messaggio forte, come si direbbe oggi, scegliendo di nascere nel luogo più povero della terra. Dal canto loro le pecore (in mezzo alle quali si ficcano sempre le capre, che ci vogliamo fare) simboleggiano l’auspicata mansuetudine del ‘gregge cristiano’. E i cammelli (o i dromedari), infine, hanno l’unico compito di dare risalto alla sacralità dei Magi distaccando queste figure dal contesto popolare in cui si svolge l’Adorazione ; osserviamo di sfuggita che in molti presepi, specie quelli piccoli, i tre Re avanzano a piedi. Gli animali esclusi portino pazienza. Dopotutto al presepe è come su un set cinematografico. C’è chi passa il provino e chi no. In compenso il Regista, gentilissimo, al termine del casting ha  inteso ringraziare personalmente ogni escluso. Felice Natale a tutti.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 24 Dicembre 2015

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