Cultura e Spettacoli

Il simbolismo impressionista di Debussy e le passioni tumultuose di Ravel

Al Petruzzelli un concerto dedicato ai due grandi compositori

“Sento che la musica deve toccare prima le emozioni, e poi l’intelletto.” Così si esprimeva Maurice Ravel, l’autore del famosissimo Boléro, opera che ancora oggi entusiasma il pubblico di tutte le etá. Andato in scena all’Opéra Garnier di Parigi, inizialmente doveva essere destinato al balletto. Il giovane Ravel l’aveva composto per Ida Rubinstein, celebrità della Parigi della belle époque, che aveva deciso di portare in scena una danza dalle atmosfere iberiche. Si racconta che una donna in platea diede del matto al compositore, che replicò sarcasticamente: “Signora lei ha capito tutto dell’opera!”. Venerdì 29 marzo alle 20.30, al teatro Petruzzelli, uno straordinario concerto, che vedrà protagonisti l’Orchestra e il Coro del Teatro, condotti dal direttore stabile Stefano Montanari. Il secondo titolo del 2024 ad essere trasmesso in diretta su Rai Radio 3. Il programma proposto vedrà il simbolismo impressionista e strutturale di Debussy fondersi con la passionalitá ossessiva di Ravel, raccontandoci a suon di musica alcune delle pagine più intense della letteratura musicale di tutti i tempi: Le Martyre de Saint Sébastien, suite per soli, coro e orchestra di Claude Debussy, Ma mere l’oye, suite per orchestra di Maurice Ravel e Bolero, in Do maggiore, per orchestra di Maurice Ravel. Opera capace di suscitare una risposta emotiva molto forte, legata principalmente all’estrema essenzialità della partitura: in tonalità di DO maggiore, solo su due temi, ripetuti quasi in maniera ossessiva su una base ritmica dai richiami ancestrali, una volta al culmine della tensione armonica, il brano chiude passando da Do a Mi maggiore, unica variante tonale. l’Orchestra e il Coro del Teatro saranno guidati dal direttore stabile Stefano Montanari (che aveva già inaugurato il cartellone a gennaio). Maestro del coro è Giovanni Farina, con due soliste, soprani talentuosi, l’armena Lilit Davtyan e l’ucraina Tetiana Miyus, nota per il controllo esemplare del respiro e per le grandi capacità tecniche: Dal 2014 Tatjana Miyus è solista all’Opera di Graz e ha interpretato numerosi ruoli. Stefano Montanari già primo violino dell’Accademia Bizantina, con la quale ha preso parte a numerose produzioni suonando con alcuni dei più grandi direttori barocchi, continua ad affiancare all’attività di direttore quella di solista. È ospite regolare di importanti teatri e istituzioni musicali. Il martirio di San Sebastiano è una musica di scena composta da Debussy nel 1911 per l’omonimo «mistero» teatrale scritto da Gabriele D’Annunzio. Il compositore francese ricevette da D’Annunzio specifica richiesta per scrivere queste musiche, attraverso le quali stigmatizzò una chiara tendenza all’economia di mezzi compositivi: poche e semplici unità melodiche e ritmiche costituirono la composizione di fondo. Il timbro evocativo e magico della musica va a ad approfondirne le tematiche, attraverso una ricerca strumentale sottile e raffinata. Il simbolismo appunto, si attua proprio in questa amplificazione semantica, che diventa evocativa estensione di senso e dei molteplici significati.

Rossella Cea

 


Pubblicato il 26 Marzo 2024

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