Cronaca

In piazza i dipendenti pubblici: garantiti sì, ma ogni tanto alla memoria…

Giornata difficile quella di domani per gli uffici pubblici, dopo lo sciopero proclamato dai sindacati in rappresentanza del pubblico impiego.  Per Cisl, Uil e Cgil il personale pubblico è allo stremo e in primo piano non c’è solo il rinnovo del contratto, quanto la carenza degli impiegati, dirigenti e funzionari dietro alle scrivanie degli statali. Insomma, il sistema si regge sul precariato. Nella pubblica amministrazione, difatti, pochi lo sanno, ma ci sono 350mila precari, di cui 60mila in sanità, e nonostante ciò, la legge finanziaria si limita a prorogare i contratti a termine, i cococo e le partite IVA, non c’è un piano di assunzione. Altro tema bollente, la sicurezza: circa il 70% dei contagiati sui posti di lavoro in sanità, dove ci sono stati troppi morti a causa del Covid. La Funzione Pubblica/Uil di Bari ha cercato di sensibilizzare in ogni modo le istituzioni su questo tema eppure, nonostante la retorica degli eroi, l’alto numero dei contagiati e la morte di infermieri e medici, le risorse stanziate non garantiscono nemmeno un contratto uguale all’ultimo rinnovo contrattuale che si era concluso dopo un decennio di mancati rinnovi. È inaccettabile che il governo stesso sia il peggior datore di lavoro in  termini di assunzioni  e  di garanzia  del lavoro.  Atteso che un articolo della legge di Bilancio prevedrebbe un fondo per “esigenze parlamentari” che in due anni ammonterebbe a 1,2 miliardi: una sorta di tesoretto che sarebbe stanziato da Conte per le spese di deputati e senatori, è evidente che i sacrifici si chiedono solo ai dipendenti pubblici e ai professionisti della sanità. A conti fatti, il sistema sanitario è in grande difficoltà e le spese le stanno facendo i professionisti. Basta guardare in casa nostra. Infermieri della Asl/Bari trasferiti d’ufficio presso il Policlinico di Bari senza preavviso e in difformità dal regolamento. Infermieri che improvvisamente vengono destinati all’assistenza ai pazienti Covid, nonostante da più di due anni aspettano una visita del medico competente, e per legge la sorveglianza sanitaria obbligatoria ha l’obiettivo di valutare le condizioni psicofisiche del singolo lavoratore. I pazienti Covid accertati e o sospetti, nella stragrande maggioranza dei casi ricorrono alla chiamata del 118 per mancanza di assistenza medica diretta. La presa in carico dei suddetti pazienti viene affidata quasi esclusivamente agli ospedali mettendo a serio rischio e sotto forte pressione la resistenza e la sicurezza degli operatori ospedalieri, nonché la qualità delle cure. È evidente che urge assumere un numero di medici, infermieri e altri professionisti, tale da impiantare una medicina territoriale adeguata alle esigenze dei cittadini, e tenuto conto che il DM 70 è stato emanato nel 2015, è difficile non rimarcare le responsabilità politiche che hanno portato il nostro territorio in questa situazione, anche rispetto alla carenza di infermieri e in considerazione dell’avvenuta sospensione del concorso per 566 infermieri, che si sarebbe espletato presso gli spazi espositivi in cui si è tenuta pochi giorni dopo la Fiera del Levante. E il Segretario Generale Cgil/Puglia, Pino Gesmundo, sulla mobilitazione indetta unitariamente per domani dai sindacati del Pubblico impiego della ‘triplice’ parte proprio da quelli che sono stati <<…in prima linea nel combattere ogni giorno per 24 ore al giorno la pandemia, in un contesto sanitario senza precedenti. Hanno garantito servizi essenziali nell’ambito dell’assistenza sociale, dei servizi educativi, nella sicurezza dei cittadini, nei servizi agli utenti fossero privati o imprese. Sono medici, operatori socio sanitari, vigili del fuoco e dipendenti dei ministeri, operatori ecologici o del terzo settore. Sono lavoratori dei servizi pubblici che mercoledì 9 dicembre scioperano per chiedere condizioni di di lavoro migliori, maggiori risorse per gli enti pubblici, lotta al precariato e rinnovi contrattuali, reinternalizzazione di compiti e funzioni istituzionali>>. Non ‘eroi’ ma ‘professionisti’ per Gesmundo, anzi, <<…spina dorsale dello Stato nelle sue diramazioni periferiche, uomini e donne che fanno funzionare la complessa macchina pubblica nonostante anni di tagli e arretramenti. Pensiamo alla sanità, a tutta la retorica spesa sugli “angeli” che hanno combattuto il Covid nelle corsie dei nostri ospedali, mettendo a rischio la propria salute, pagando anche un prezzo alto in termini di contagi e morti sul lavoro. Ebbene il loro contratto è arrivato dopo dieci anni di blocco delle retribuzioni, ed è di nuovo scaduto da due anni. Conclusione? Gli attacchi che arrivano su questi lavoratori descritti come garantiti da parte di tutte le altre categorie, sono <<scorretti e immotivati>>: bisognerebbe dirlo ai mille e più operatori della sanità che hanno contratto il coronavirus mentre svolgevano la propria professione. Oppure agli infermieri sottopagati, agli esternalizzati che lavorano per poche euro l’ora, Scagliarsi contro i dipendenti pubblici alimenta solo un odio sociale spinto verso il basso, mentre vanno garantiti i diritti costituzionali quali salute, sicurezza, welfare e salariali adeguati. Il tutto mentre leggiamo che durante la pandemia tante società che pagano tasse ridicole nei vari Stati hanno visto crescere i patrimoni per centinaia di milioni di dollari e capitalizzarsi in borsa per la metà del valore. Così come i più ricchi hanno consolidato patrimoni senza essere sfiorati dalla crisi e senza misure fiscali che puntino a riequilibrare redditi e ricchezze nel nostro Paese. Domani mattina, a partire dalle dieci, Cgil/Puglia sarà in prima fila con gli altri sindacati con i lavoratori pubblici in Piazza Prefettura, a Bari.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Dicembre 2020

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