Cultura e Spettacoli

La banda dei cinque lazzaroni

L’avevano previsto in molti, sta avvenendo: la Rimbamband sta per sfondare. Dopo il felice esordio di domenica scorsa al Traetta, ‘Note da Oscar’ – questo il nome del nuovo spettacolo – si appresta a fare il tutto esaurito al Nuovo Palazzo dal 25 al 27. ‘Note da Oscar’ ricalca una formula collaudata con la particolarità di avere nella musica da film il motivo conduttore. E siccome i generi cinematografici sono tanti, tutti prestandosi alla parodia, ai cinque lazzaroni si offre una miniera da cui attingere. Cosa che essi fanno con scrupolo e con metodo. Spettacolo ben pianificato (regia di Paolo Nani), ‘Note da Oscar’ ruota intorno a un duo di gusto ondivago fra avanspettacolo, cabaret e clowneria : Raffaello Tullo (il frontman, nonché autore dei testi) e Renato Ciardo, il più letale batterista delle Puglie. Gli altri, i molto bravi  Vittorio Bruno (contrabbasso), Nicolò Pantaleo (sax) e Francesco Pagliarulo (pianoforte), si adeguano ai ritmi vertiginosi imposti dai due impuniti di cui sopra, assecondandone accelerazioni, fughe per la tangente, gag e siparietti comici ; quando ne hanno occasione, mettono in mostra tutto il loro talento (qualche oasi strumentale in più non guasterebbe). E’ la capacità camaleontica di cambiare pelle nel giro di un accordo la dote più significativa di ‘Note da Oscar’, uno show che in qualche modo fa pensare a Leopoldo Fregoli, il più grande attore trasformista della storia. Spettacolo un pochino irriverente, l’ultimo parto della Rimbamband non ha pietà di ‘Via col vento’, ‘Titanic’, ‘Per un pugno di dollari’ e un’altra ventina di titoli. A fare da valore aggiunto, alcune trovate del momento, improvvisazioni che rasentando la goliardia vedono Ciardo nella veste di mattatore ; alle luci Claudio Procaccio, direzione tecnica di Oronzo Leone. E adesso il folle quintetto si appresta a volare in tournée nazionale. Lo fa partendo col piede giusto. Coprodotto da Teatro Traetta e Parco delle Arti di Bitonto, ‘Note da Oscar’ è distribuito da Bags Entertainment. Per una volta, ed era ora, i talenti di casa nostra non devono più saccheggiare risparmi o mettersi nelle mani di avventurieri del mondo dello spettacolo. Il fatto che due importanti figure istituzionali bitontine abbiano creduto in un quintetto di comprovato valore è segnale di grande apertura malgrado i tempi bui (checché ne dica Renzi). Investire in cultura (a condizione di saperlo fare) è altrettanto redditizio che investire nel mattone o nel settore titoli. Perché l’arte, purché gestita da professionisti, apre posti di lavoro, promuove immagini, assicura ricadute economiche. Tutto sta a non avere fretta, a non pretendere ritorni sicuri, corposi e a breve termine. La cultura richiede investitori senza fretta e illuminati. I fatti confermano che questa nobile ‘specie’ non si è estinta.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Dicembre 2015

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