Cronaca

La Fiera degli sperperi: meglio cercare un presidente esperto

Niente di nuovo sotto il cielo della Fiera del Levante di Bari, visto che, invece di pensare ad una gestione di passaggio dell’Ente, in attesa di tempi migliori, il presidente regionale Vendola sta già pensando di affidarla ad un altro docente universitario prodotto della politica spartitoria, probabilmente Marida Dentamaro. E sarebbe il quarto ‘professore’ degli ultimi vent’anni, con i risultati che si sono visti, sotto gli occhi di tutti. Il Senatore barese Massimo, quindi, si rivolge direttamente al Presidente della Regione Puglia, affinchè <<...lanci un forte segnale di discontinuità con la "vecchia" politica e  nella scelta del nuovo presidente -e in futuro del nuovo direttore generale - dell'Ente. Fiera del Levante di Bari, imboccando la strada del bando per titoli>>. Per Cassano sarebbe una scelta di , e oltretutto servirebbe ad assicurare serietà e competenze necessarie per guidare l’Ente ormai a un passo dal ‘default’. A maggior ragione in un momento così critico, appunto, nella storia della Campionaria, ma soprattutto per il rilancio di un’istituzione che in passato ha rappresentato il mondo dell’imprenditoria del Sud Italia. Insomma, per il parlamentare pieddlino  occorre cambiare decisamente registro. Com’ènoto la Fiera del Levante ha tre soci fondatori – Comune e Provincia di Bari e Camera di Commercio di Bari-BAT – ma la nomina del presidente è fatta su “chiamata diretta” della Regione Puglia e con il via libera dei tre soci fondatori. Una situazione che, sempre secondo Massimo Cassano, consiglierebbe alla Regione stessa di puntare suspecifiche competenze nei settori commerciale e imprenditoriale per il management, evitando accuratamente i soliti balletti delle poltrone. <>, la conclusione del parlamentare barese. Intanto la situazione in cui versa la Fiera del Levante di Bari è a dir poco drammatica.Una situazione catastrofica sotto ogni punto di vista. Al buco in bilancio da 5 milioni di euro, si aggiungerebbero ad aggravare una gestione fallimentare, 10 milioni di debito verso i fornitori e 4 verso le banche., ha dichiarato Paolo Pagliaro, coordinatore del Mir della Puglia.Insomma, la Fiera del Levante e la sua gestione si è rivelata un vero colabrodo, in passato con le assunzioni allegre durante la gestione PIepoli (ventitré persone tra impiegati, funzionari, autisti e vigilantes) ma senza andare molto lontano i 16 milioni stanziati dalla Regione per il nuovo padiglione, autentico mausoleo che in un’altra Città produrrebbe e sfornerebbe convegni da tremila persone, con l’indotto che ne consegue, invece di restare monumento allo spreco. Nel frattempo sulle colonne di questo giornale abbiamo parlato dei 56 mila euro spesi per la trasferta di quattro dipendenti della Fiera a Barcellona l’anno scorso e altri piccoli capitoli di spesa tipo gli 84mila euro spesi per una missione di «brand reputation» a Tirana, in occasione del centenario della repubblica albanese, compresi 18mila euro per donare un albero di ulivo, e 16mila per far arrivare (da Melfi) il tecnico che ha realizzato l’impianto di irrigazione.Ma nel lungo elenco di spese compaiono anche 152mila euro di consulenze «istituzionali» (oltre 118mila di consulenze per l’organizzazione di mostre), 122mila per bozzetti pubblicitari, 46mila euro di gadget, 124mila euro di spese di rappresentanza.Numeri che, purtroppo, contrastano con un ente che vede irrimediabilmente i suoi ricavi crollare. E se non fosse stato dimissionato, vale la pena infine di rammentarlo, l’ex presidente Gianfranco Viesti – assieme al direttore generale Leonardo Volpicella- avrebbero richiesto l’approvazione del documento per godere di maggiore autonomia di spesa. A dimostrazione che il rilancio della Fiera dovrà passare per la cruna di chissà quale ago, ma soprattutto aspettare ancora. E parecchio…

 

Francesco De Martino. 


Pubblicato il 30 Maggio 2013

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