Cultura e Spettacoli

La frontiera fortificata bizantina

Nell’XI secolo Bisanzio si trovò nella necessità di consolidare le frontiere dei possedimenti in Italia meridionale, sotto la minaccia dei Longobardi, prima, e dei Normanni, dopo. Più che risolto, il problema venne arginato dall’iniziativa dei Catapani allora in carica (il Catapano era il governatore militare e civile dell’Italia meridionale bizantina). L’iniziativa dei governatori si esaurì nel dare vita a sette piccole piazzeforti (Fiorentino, Troia, Dragonara, Civitate, Montecorvino, Terviteri e Devia)ora costruite ex novo, ora ottenute fortificando preesistenti abitati di origine romana. Questi presidi, che ospitavano contingenti di pronto intervento, avevano funzione più che altro dissuasiva contro il pericolo di incursioni e razzie. Al massimo potevano contrastare l’azione di piccole e isolate formazioni nemiche, non di un esercito. Nel caso di un attacco su larga scala non avrebbero potuto che rassegnarsi all’assedio confidando nell’arrivo di forze da Bari – dove risiedeva il Catapano – allertate per mezzo di staffette a cavallo. Opportunamente dislocate all’interno di un Tavoliere quasi del tutto spopolato, tali piazzeforti costituivano una frontiera fortificata, un  ‘sistema d’allerta’ integrato avvicinabile a quello delle torri costiere che gli Angioini più avanti eressero lungo il basso Adriatico contro la minaccia turca. Di alcune di queste fortezze bizantine non restano che avanzi, altre evolsero in città, come Troia, (San Paolo di) Civitate e (Motta/Pietra) Montecorvino. E’ il caso di precisare relativamente a quest’ultima località che, caduta in rovina nel XIV secolo, Montecorvino venne abbandonata ; gli abitanti si dispersero sulle colline circostanti dando vita ai comuni di Volturino, Pietra Montecorvino e Motta Montecorvino. Quanto a Dragonara e Devia restano i soli toponimi. Qualcosa invece è ancora in piedi a Terviteri e Fiorentino. Di Terviteri, che sorgeva su una collina a 6 km da Biccari, avanza un’imponente torre miracolosamente in piedi (è molto deteriorata) : isolata in mezzo a distese di grano a perdita d’occhio, la torre di Terviteri è da sempre oggetto di attenzione da parte dei fotografi per il senso d’irreale e d’inquietante che la sua visone sollecita. Di Fiorentino sopravvivono invece ben più numerosi avanzi. Dallo studio degli stessi – che giacciono nell’agro di Torremaggiore in cima ad un modesto rilievo a 9 km a sud della città – è stato possibile stabilire che questo centro disponeva di una cattedrale, più chiese, una torre e un piccolo castello, poi trasformato da Federico in ‘palatium’. In questa vasta dimora, che non era una reggia bensì un sontuoso ‘casino di caccia’, L’Imperatore si spense il 13 dicembre 1250.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Giugno 2019

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