Cultura e Spettacoli

“La vera regalità è servizio, umiltà, ascolto”

“La vera regalità è servizio, umiltà, ascolto”: il noto teologo padre Salvatore Perrella spiega ai lettori del Quotidiano il senso e lo spirito della festa di Cristo Re dell’Universo che la chiesa cattolica celebra domenica prossima. In poche parole è il “capodanno” liturgico in quanto si chiude l’anno della liturgia e se ne apre uno nuovo (la domenica successiva sarà già Avvento).

Padre Perrella, qual è il senso della solennità di Cristo Re dell’Universo?

“Nasce negli anni trenta, esattamente nel 1931 per volontà di Papa Pio XI. Quel grande pontefice lo fece di proposito per ricordare alla chiesa e a molti esponenti della stessa che il solo e vero re è Cristo. Al contrario, in quegli anni tanti anche dentro la chiesa si erano invaghiti di losche figure e tiranni. Il Papa ci volle dire istituendo quella festa che la regalità, almeno in senso cristiano, non è adulazione del potere, non è prepotenza o dominio, ma prima di tutto è servizio, umiltà, ascolto e vicinanza ai poveri”.

Insomma, un brusco richiamo al Vangelo…

“Esattamente. Bisogna riconoscere che in quel tempo sia Papa Pio XI che Pio XII furono chiari nel lanciare quel messaggio, e sono stati avversati, spesso volutamente travisati, addirittura considerati quasi vicini al regime dominante, cosa assolutamente falsa e storicamente infondata”.

In che cosa consiste la regalità cristiana?

“E’ la fedele messa in pratica del Vangelo e delle beatitudini, gratuità nel dare senza aspettarsi nulla in cambio. Il Vangelo segue l’opzione dei poveri e dice chiaramente che i poveri li avremo sempre con noi”.

Cristo Re, ma anche giudice…

“Cristo non viene per condannare, ma per servire e salvare. Tuttavia la Scrittura è chiara, molto chiara. Noi alla fine della nostra esistenza terrena non saremo giudicati sulle belle parole, sulle pie intenzioni, sul numero delle messe o dei rosari, ma su due punti: l’amore verso Dio e di conseguenza quello verso i fratelli, specialmente quelli poveri e sofferenti. Bisogna saper leggere nel volto del sofferente quello del Cristo e il Vangelo della domenica di Cristo Re ricapitola sapientemente tutto, ci dice che tutto quello che avremo fatto ad un fratello bisognoso lo avremo fatto al Re, a Cristo”.

Qual è il modo migliore per vivere questa festa?

“Riconoscere la regalità di Cristo con le opere, ovviamente andare a messa e ricordarsi che dopo una settimana inizia il tempo di Avvento, che è preparazione alla venuta di Cristo”.

Finisce l’anno liturgico…

“Con la festa di Cristo Re si chiude un anno, e se ne apre uno nuovo. Facendo un paragone laico è come se vivessimo il Capodanno della liturgia cattolica”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 18 Novembre 2022

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