Cultura e Spettacoli

La Vergine della Favana faceva miracoli

A Veglie, un comune della Terra d’Arneo a pochi chilometri da Lecce, esiste una cripta dove i sofferenti di un particolare male si rivolgevano alla Madonna

Versione cristiana degli antichi idoli pagani, i Santi svolgono la stessa funzione dei loro predecessori. Così, allo stesso modo in cui ai tempi della civiltà romana i cacciatori invocavano Diana, i marinai si affidavano a Poseidone, i commercianti a Mercurio, gli agricoltori a Cerere e i guerrieri a Marte, oggi i fedeli – specie quando si ammalano – ricorrono a questo o a quel Santo, a seconda della sua ‘specializzazione’ : San Biagio è potente contro i malanni della gola, Santa Lucia difende dai guasti della vista, Sant’Agata è la protettrice delle donne affette da patologie al seno, San Rocco, San Sebastiano e Sant’Antonio vengono invocati quando imperversa un’epidemia, a Santa Rita ci si rivolge per i casi disperati… Non abbiamo dimenticato la Madonna, la quale è una sorta di panacea  : va bene per ogni problema di salute. Qualche volta però anche la Vergine ha il suo… cavallo da battaglia: A Veglie, un comune della Terra d’Arneo a pochi chilometri da Lecce, esiste la Cripta della Madonna della Favana (vedi immagine). A questo ipogeo, scavato in un banco calcarenitico, si accede per mezzo di un dromos di tredici gradini. La cripta presenta una pianta a navata unica monoabsidata e orientata a est, secondo lo schema liturgico greco. Entrando, a sinistra, c’è il pastophorion (vano di servizio per la liturgia). Il pavimento è in terra battuta. Le pareti sono ricoperte da un vasto ciclo pittorico databile al XV secolo, raffigurante una Madonna col Bambino, una Madonna Allattante e diversi santi (san Michele Arcangelo, santo Stefano, sant’Andrea apostolo, sant’Antonio abate, san Francesco d’Assisi, san Pietro e san Paolo). Il soffitto reca un’immagine del Cristo Pantocratore attorniato da quattro angeli e dai simboli dei quattro evangelisti. E veniamo alla ‘favana’, come in passato si chiamava il favismo, questa malattia del sangue che espone chi ne soffre a una grave forma di intossicazione se ingerisce le sostanze contenute nelle fave, nei piselli e nella verbena, che è un’erba officinale (come tale, il favismo non va confuso con l’allergia alle fave, che è fenomeno diverso e assai meno grave). L’intossicazione consiste in un ittero causato da un’alta concentrazione del sangue di bilirubina, che deriva dall’emogoblina dei globuli rossi distrutti; tale concentrazione si accompagna a febbre, dolori addominali e tachicardia. Nei casi più gravi, la crisi emolitica può essere contrastata con una trasfusione di sangue. Tornando alla Madonna della Favana, non è possibile risalire a quando questo singolare culto ebbe inizio. Né di esso esiste testimonianza sotto forma di ex voto o documenti. E’ da pensare, dunque, che il culto abbia avuto diffusione strettamente limitata al territorio, e tra la povera gente, nel periodo in cui per ragioni di complessa decifrazione il favismo attecchì a Veglie e dintorni con più virulenza che altrove.

Italo Interesse


Pubblicato il 14 Aprile 2023

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