Cultura e Spettacoli

“Letteratura liquida- Narrazioni, Fumetti, Giochi e sport, Paralimpiadi”

La recente opera letteraria dello scrittore adelfiese e docente universitario, Trifone Gargano

“Letteratura liquida- Narrazioni, Fumetti, Giochi e sport, Paralimpiadi” (editore Cacucci), è la nuova ed assai intrigante recente opera letteraria dello scrittore adelfiese e docente universitario, Trifone Gargano, ormai nota firma nel panorama pugliese e nazionale. Questa volta, il nostro, si è cimentato con un tema abbastanza inconsueto e per molti versi insolito: la letteratura sportiva, ritenendo (giustamente) che anche la narrazione degli eventi sportivi, se ben fatta, possa assurgere al rango di letteratura e in proposito cita luminosi esempi quali Gianni Brera (esclusa la parte squisitamente giornalistica), Montale e Calvino. Insomma, un libro ricco di spunti ed interessante, da leggere tutto di un fiato. Abbiamo intervistato Trifone Gargano.

Gargano, dopo Dante e i padri della letteratura italiana, adesso lo sport. Un passo doppio e soprattutto: perchè l’aggettivo liquido?

“Ammetto di aver usato questo aggettivo prendendolo a prestito dal noto sociologo polacco Bauman che parlava di società liquida. In questo ho saccheggiato, ma credo che il vocabolo e il concetto siano quanto mai appropriati”.

Ci spieghi il perchè?

“L’ho usato nel senso letterale del vocabolo, con riferimento all’ acqua e agli sport acquatici, penso allo sci nautico, al nuoto, pallanuoto e del resto io insegno alla Università letteratura dello sport. In poche parole ho voluto estrapolare quanto in tema di sport acquatici sostenevano e sostengono autorevoli esponenti, da Dante a Federica Pellegrini. Tanti grandi della letteratura, in Italia, si sono cimentati con argomentazioni sportive e penso a Dannunzio, Montale, Camilleri con la descrizione delle mitiche nuotate del commissario Montalbano. Anche Calvino, perchè no”.

Come è strutturato il suo libro?
“E’ agile e si parla anche di paralimpiadi. Ritengo questa una idea molto originale e direi nuova. Sono in tutto tre capitoli per un totale di 150 pagine”

Ovviamente non è un volume che si occupa di giornalismo sportivo…

“Assolutamente no, anche questa branca del giornalismo merita rispetto perchè per fare i giornalisti sportivi occorre competenza. Io parlo di letteratura e propriamente come grandi della letteratura si sono approcciati al mondo dello sport e segnatamente di quello acquatico. Io credo che lo sport sia importante e che attraverso di esso è possibile lanciare segnali positivi in una società che spesso indulge all’ aggressività e alla violenza. Certamente, senza criminalizzare nessuno, assistiamo a tecnici che prendono a testate gli avversari o leggiamo dichiarazioni di allenatori che vogliono i loro giocatori come carogne, allora bisogna riflettere. Con i gesti e le parole non si scherza e proprio per la popolarità degli addetti ai lavori rischiamo nelle menti dei deboli, il fenomeno emulazione in negativo con ogni rischio conseguente”.

Telecronache, possono diventare, se ben fatte, episodi di letteratura e persino di arte?

“Certamente sì. Vado a ricordare veri maestri della telecronaca che hanno dipinto partite ed avvenimenti in modo esemplare, ad esempio il famoso Italia- Germania 4-3 o la cronaca degli Abbagnale di Giampiero Galeazzi. In fin dei conti non bisogna avere la puzza sotto al naso e ricordare che lo sport è una bella palestra di vita. Ovviamente tutti gli addetti ai lavori, sportivi e giornalisti devono saper calibrare espressioni e parole”.

Infine, il grande Gianni Brera, scrittore o giornalista?

“Brera fu grande, sia come giornalista sportivo che come scrittore. Tuttavia, insisto, non dobbiamo confondere mai il giornalismo sportivo, che resta cronaca, con la letteratura sportiva che narra emozioni ed avvenimenti, attraverso personaggi. Alla base di tutto, naturalmente resta lo sport”.

Complimenti a Trifone Gargano per la sua nuova, singolare ed eccellente fatica.

Bruno Volpe


Pubblicato il 20 Aprile 2024

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