Cultura e Spettacoli

Lindbergh sacrificò la radio per il caffè

Il 20 maggio 1927, dalla pista del Roosvelt Field di New York decollavano un monomotore ad ala alta e un pilota destinati a entrare nella storia

Il National Air and Space Museum, a Washington, può vantare la più vasta raccolta di aerei e veicoli spaziali al mondo. Il pezzo più pregiato è un aeroplano monomotore ad ala alta realizzato dall’azienda statunitense Ryan Airlines verso la metà degli anni Venti e pensato per il trasporto di passeggeri e posta. Oltre a un numero di matricola (NX211), quel modello, un Ryan M-2, ha pure un nome: ‘Ryan Spirit of St. Louis’. L’omaggio a St. Louis si spiega col fatto che quella città era stata l’unica a sobbarcarsi il finanziamento di un’impresa destinata a passare alla storia: La prima transvolata in solitaria New York – Parigi (poi realizzata tra il 20 e il 21 maggio 1927). A promuovere la temeraria iniziativa era stato il venticinquenne Charles Augustus Lindbergh, un aviatore di Detroit fino ad allora sconosciuto e nemmeno tanto esperto. Lindbergh, infatti, aveva cominciato a fare pratica sugli aerei solo cinque anni prima, peraltro in qualità di meccanico-aiutante accompagnando E.S.Bahl, che nel Nebraska sud-orientale faceva brevi voli a pagamento. Per attirare il pubblico i due passavano a bassa quota sui centri abitati con Lindbergh che “passeggiava” su un’ala del velivolo. In seguito Lindbergh fece esperienze con altri piloti esibendosi come paracadutista e acrobata sulle ali in diversi Stati in occasione di fiere e adunanze. Solo nel 1924 fu ammesso al corso di pilota dell’aviazione dell’esercito. L’anno dopo si diplomava guadagnando il grado di secondo tenente. Divenuto istruttore di volo nell’aviazione civile e posto nella riserva in uno squadrone aereo della Guardia nazionale del Missouri dove raggiunse il grado di capitano, nell’aprile 1926 Lindbergh entrò nel servizio aereo postale statunitense. Con appena tre anni di esperienza aviatoria, ma ambizioso, audace ed entusiasta, Lindbergh cominciò a bussare ora a questa, ora a quella impresa aeronautica perché gli venisse messo a disposizione un apparecchio con cui osare ciò che all’epoca era ritenuto tecnicamente impossibile (oltre che dall’idea della gloria, il giovane pilota era ingolosito dal premio di 25mila dollari messo in palio fin dal 1919 da Raymond Orteig, imprenditore appassionato di aerei e di voli pionieristici). Dopo molti rifiuti, si aprirono le porte della Ryan Airlines. Ottenuto un finanziamento dal municipio di St. Louis, come detto, l’impresa di Claude Ryan Airlines passò a modificare con l’aggiunta di serbatoi supplementari un Ryan M-2 (dovendo ridurre al minimo i pesi a bordo dell’aeromobile, già sovraccarico di benzina, Lindbergh rinunciò alla ricetrasmittente in favore di un thermos di caffè). Dopo numerosi voli di collaudo, ottenuto finalmente il via libera dall’Ufficio Meteorologico, alle 07:52  del 20 maggio 1927 Lindbergh e il suo leggendario Spirit of St Louis prendevano il volo dal Roosvelt Field di New York. Dopo 33 ore e 30 minuti, il 21 maggio, il leggendario apparecchio e il suo audacissimo pilota toccavano terra sulla pista dell’aeroporto di Le Bourget nelle vicinanze di Parigi. Il volo era stato compiuto alla velocità media di 188 kmh.

Italo Interesse


Pubblicato il 20 Maggio 2023

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